Nel 2014 i nuovi residenti stranieri iscritti all’anagrafe in Liguria sono stati 17.364, una cifra decisamente inferiore rispetto a quella registrata negli ultimi anni (almeno a partire dal 2007) e a crollare sono state soprattutto le iscrizioni dall’estero, dimezzate rispetto a quelle del 2010. La crisi economica ha modificato drasticamente i flussi in entrata, come certificato dalla quasi totale cancellazione dei flussi di ingresso annuali per motivi di lavoro negli ultimi anni, se si escludono modeste quantità di ingressi per lavoro stagionale.
È quanto emerge dal rapporto immigrazione 2015 del Centro studi e ricerche Idos per l’Unar, l’ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali della presidenza del Consiglio dei ministri.
Secondo l’Istat al primo gennaio 2015 i residenti stranieri sono 138.697, l’8,8% della popolazione ligure, con picco nell’imperiese (10,7%) a causa dei cittadini comunitari che ne hanno fatto la residenza “elettiva” e della comunità turca. Un incremento dello 0,2% rispetto all’anno precedente, contro una media nazionale dell’1,9%. Oltre la metà di quei 138 mila sono in provincia di Genova (52,8%), seguono Savona (17,3%), Imperia (16,7%) e La Spezia (13,3%).
L’analisi della Liguria evidenzia che in parallelo si registra un numero crescente di cancellazioni che l’Istat distingue in cinque categorie: per altri Comuni, per l’estero, per acquisizione della cittadinanza italiana, per morte e per altri motivi. Secondo il rapporto, il dato delle cancellazioni tende a essere sottostimato o a scontare un certo ritardo nella sua rilevazione, tuttavia l’andamento dei dati dal 2007 al 2014 consente qualche riflessione al riguardo. Sono sostanzialmente stabili le cancellazioni per altri Comuni di residenza, mentre sono aumentate le cancellazioni per l’estero (quasi triplicate nel settennio considerato) e le cancellazioni per altri motivi, che comprendono sostanzialmente le cancellazioni d’ufficio per mancato rinnovo della dimora abituale (spesso in conseguenza del mancato rinnovo del permesso di soggiorno). Quest’ultime sono passate da 1.441 nel 2007 a 6.408 nel 2014.
Questi flussi di rientro in patria si coniugano con altrettanti flussi di spostamento verso l’estero messi in atto da cittadini italiani: al 31 dicembre 2014 più di 4,6 milioni di italiani risultavano iscritti all’Aire (Anagrafe italiani residenti all’estero), di cui 125.629 provenienti dalla Liguria. Nel corso dello stesso anno gli iscritti liguri sono stati 6.156, in aumento rispetto ai 4.666 iscritti durante il 2013; va detto inoltre che le statistiche dell’Aire non riescono a rappresentare sufficientemente esatta il fenomeno dell’emigrazione degli italiani, poiché non tutti cancellano la posizione presso l’anagrafe comunale per iscriversi in quella riservata a chi si reca all’estero (secondo un’indagine del Centro Altreitalie condotta nel 2012-13 solo 1 emigrato su 2 si iscrive all’Aire).
Il mercato del lavoro instabile influisce molto sui trasferimenti e su quante rimesse vengono inviate in patria: nel 2014 ammontavano a 185.736.000 euro, pari a una media, calcolata sui residenti, di 1.339 euro annui pro-capite (circa 400 euro in meno rispetto a quanto registrato nel 2011).
Viceversa continua ad aumentare il numero di imprese condotte in Liguria da cittadini nati all’estero, che passano dalle 17.338 del 2013 alle 18.278 del 2014, con una variazione positiva in termini percentuali del 5,4%, che assume particolare significato se raffrontata al calo dell’1,6% delle imprese italiane. Rimane notevole il bisogno di profili legati alla cura degli anziani: nel 2014 sono 18.340 i lavoratori domestici non comunitari (di cui 15.598 donne) su 30.048 totali. Rispetto al 2012 sono in calo di 3.182 unità, ma questo dato potrebbe nascondere un maggiore ricorso a forme di impiego irregolare.