Spesa pubblica in picchiata e forti squilibri sul territorio. Questa, in estrema sintesi, la fotografia scattata dal Censis sul welfare locale in Italia. Un panorama che vede il fondo per le politiche sociali prosciugarsi nel giro di pochi anni, riducendosi dell’81% e passando dagli 1,6 miliardi nel 2007 agli attuali 297 milioni di euro.
In un contesto fortemente contrapposto tra Nord e Sud, in cui il Comune di Trento spende 282 euro pro capite per il sociale, mentre i Comuni calabresi solo 25 euro, la Liguria si inserisce con un budget di spesa comunale pro capite pari a 126,7 euro, superiore a quella media nazionale (115,7) e di poco inferiore a quella del Nord Ovest (quasi 129 euro). Secondo gli ultimi dati Istat, relativi al 2011, la spesa per il settore in Liguria ammonta a circa 204,6 milioni di euro, il 2,9% del totale nazionale (poco più di 7 miliardi e 27 milioni di euro).
Il forte squilibrio tra regioni del Nord e Mezzogiorno è anche dovuto al fatto che il Sud del Paese è l’area in cui è maggiore il peso dei trasferimenti statali rispetto alle risorse proprie dei Comuni, dal momento che queste ultime coprono meno della metà delle spese per il welfare locale (a fronte di una media nazionale del 62,5%). I tagli ai trasferimenti statali hanno un impatto diretto sulla riduzione delle risorse e quindi dei servizi destinati al sociale a livello locale, ampliando così il divario già presente tra Nord e Sud.
Dell’intera somma destinata al sociale, il 38,9% serve a coprire le spese di interventi e servizi, il 34,4% per il funzionamento delle strutture, il 26,7% ai trasferimenti in denaro. Tra le categorie che assorbono una quota maggiore di spesa, le famiglie e i minori (40% della spesa nel 2011), i disabili (23,2%) e gli anziani (19,8%).
Diventa così centrale il ruolo del no profit che, in Liguria, nel 2011, contava 9.461 soggetti (in Italia sono poco più di 300 mila). Si tratta di circa 60 istituzioni ogni 10 mila abitanti. Sia i volontari, sia i dipendenti sono aumentati notevolmente nel giro degli ultimi dieci anni: +36% nel primo caso e +33% nel secondo.
In Italia, sul totale delle istituzioni non profit, le istituzioni impegnate nel settore sanitario e di assistenza sociale e protezione civile sono 36.013 e rappresentano il 12% del totale. Si tratta della seconda percentuale dopo quella preponderante delle istituzioni del settore cultura, sport e ricreazione: queste, da sole, rappresentano il 65% del totale.