I soldi sono un po’ pochi (50 mila euro nel 2012) ma l’assessore regionale Lorena Rambaudi afferma di essere convinta della bontà dell’idea, anche perché nel “Progetto Pari opportunità” sono già state coinvolte 22 scuole e circa 5 mila studenti liguri. L’idea parte con la costituzione nel 2008 della rete Ilpo (Istruzione Liguria pari opportunità) che si è affiancata, con l’aggiunta di fondi regionali, all’iniziativa della rete Ipo (Istituzione pari opportunità) lanciata dal governo: a quell’iniziativa avevano partecipato sette scuole liguri. «Da quel bando erano uscite vincitrici quattro scuole e la Regione decise autonomamente di finanziare anche le altre tre che non erano entrate nel finanziamento nazionale a causa dell’esaurimento fondi», spiega Rambaudi. L’anno seguente, grazie alla collaborazione tra Regione e Ufficio scolastico regionale, alle sette iniziali si sono aggiunte ventuno scuole (15 di Genova, cinque di Imperia, una di Savona) che sono diventate protagoniste della rete ligure Pari opportunità: i loro progetti hanno ottenuto finanziamenti solo se realizzati in partnership con altri istituti scolastici. Ne sono nate iniziative molto diverse che hanno avuto diverse finalità: dalla preparazione dei docenti, a gioco, lettura, incontri, spettacoli teatrali, mostre, prodotti multimediali. Il fine è il tentativo di “insegnare” ai bambini e ai ragazzi a non essere vittime degli stereotipi e dei pregiudizi, in particolare quando si parla di maschi e femmine, ma – vista l’elevata presenza di immigrati nelle classi – anche quando si tratta di diverse provenienze nazionali.

In particolare si tenta di abbattere i pregiudizi relativi all’inserimento professionale femminile nel mondo del lavoro. Un caso significativo è quello dell’Istituto nautico San Giorgio di Genova e Camogli, la scuola più grande d’Italia con 1600 allievi. «Il mestiere del mare non è un mestiere solo maschile e oggi molte compagnie di navigazione, soprattutto quelle passeggeri, e le agenzie di manning richiedono personale femminile che, verificate le competenze, dimostra temperanza e grandi capacità soprattutto nel gestire situazioni complesse – spiega il preside Wladimiro Iozzi – abbiamo avviato una campagna straordinaria per promuovere l’ingresso delle studentesse nel nostro istituto che, per lungo tempo, è stato esclusivamente maschile. Oggi, il 15% degli studenti sono donne e, il loro ingresso, ha rappresentato un elemento di miglioramento, anche nello stare insieme. Nell’ottobre 2012, a Palazzo San Giorgio, è stata premiata una studentessa come migliore allieva del secondo anno di corso».
L’esempio del nautico è significativo, ma ha avuto bisogno di quello che Iozzi definisce “percorso di appealing”. Nella scuola esiste una commissione sulle pari opportunità gestita dalla vicepreside Marina Nicora e dalle professoresse Irene Torre e Brunella Allasia. Spiega Iozzi: «Quattro anni fa hanno attivato un progetto di inserimento e inclusione delle allieve nella nostra scuola con il ministero delle Pari opportunità. Il progetto sta proseguendo con la Regione Liguria. Abbiamo anche realizzato uno spettacolo teatrale con una prioritaria presenza di allievi femmine del nostro Istituto sugli stereotipi di genere. Lo spettacolo è stato presentato in vari teatri in Liguria nell’anno scolastico, con il titolo “Signore e Signora” e nel maggio 2013 ha ricevuto una menzione speciale nella rassegna nazionale del Teatro scolastico giovanile a Borgio Verezzi».

Un altro esempio interessante nasce a Imperia, nell’Istituto Ruffini (che dal 2011 collabora con il genovese liceo D’Oria con il coordinamento della professoressa Bottazzi) che ha trovato già cinque anni fa come partner l’Asl 1, prima con Franco Gorlero, direttore del dipartimento Donna-bambino, e poi di Roberto Ravera, direttore della struttura di Psicologia. Spiega Mara Ferrero, docente di italiano e storia nel Ruffini e anima dell’iniziativa: «Inizialmente si è parlato di rispetto della persona, indipendentemente dall’appartenenza etnica, dal sesso, dalla religione professata. Negli anni successivi sono stati presi in considerazione i concetti di pregiudizio, di stereotipo, di discriminazione, e si è riflettuto sulle modalità per attuare il loro scardinamento, proprio a partire dalle giovani generazioni». Il lavoro degli alunni si è concretizzato in vari eventi. Il primo intitolato “Questione di dettagli, manuale di stile contro la discriminazione di genere”, pensato per i ragazzi, fatto di musica, filmati, cortometraggi e interventi di esperti. Nel 2012 è stato allestito un convegno con spettacolo musicale, rappresentato a Genova al Teatro della Gioventù e successivamente a Imperia, “Uguali per natura, diversi per convenzione” con la partecipazione del cantautore Francesco Baccini.

Ma, appunto, i progetti sono variegati e spesso divertenti, come l’inversione della favola di Cenerentola (diventato “Cenerentolo”) o la trasformazione in nonno della tradizionale nonna di Cappuccetto Rosso. E hanno incontrato – racconta Valeria Maione, consigliera di Parità della Regione Liguria e promotrice di ogni iniziativa legata alle pari opportunità – l’entusiasmo dei ragazzi e dei bambini. Soprattutto bambini e ragazzini perché, degli istituti coinvolti, sedici appartengono alla scuola dell’obbligo (scuole dell’infanzia, elementari e medie) che hanno trovato partnership con corrispondenti istituti presenti nel loro territorio, come è per esempio accaduto a Genova, dalla collaborazione tra gli istituti comprensivi di Busalla, Campomorone, Casella, Serra Riccò e Ronco Scrivia. Oltre che in quelli regionali, le scuole sono state coinvolte anche in altri progetti, proposti dai sindacati. Come è il caso dell’istituto comprensivo di Certosa, a Genova, che, attraverso cartelloni e “racconti” dei bambini sul ruolo della donna nelle diverse culture, hanno animato il convegno “Ripartiamo dalla ratifica della convenzione di Istanbul”, organizzato dalle donne di Cgil, Cisl e Uil a Palazzo Spinola a Genova il 6 giugno. Il tema era il sempre più drammatico dilagare della violenza sulle donne e degli strumenti più efficaci per contrastarla, in contemporanea con l’approvazione in Senato (all’unanimità) della ratifica della Convenzione di Istanbul dell’11 maggio 2011.