«Questa congiuntura in Liguria è un’occasione di ripensamento e di liberazione di energie». Lo dichiara a Liguria Business Journal Fabrizio Simonini, regional manager dell’area Nord Ovest di UniCredit, intervistato in videoconferenza insieme con Marco Alloisio, referente per la Liguria-Rapporti territoriali e, Vittorio Lagomarsino, area manager Corporate Liguria.
«Del resto – prosegue Simonini – qui ci siamo da sempre. Qui possiamo dire che la nostra banca è nata. La lunga storia di UniCredit è iniziata proprio a Genova, nel 1870, con la fondazione della Banca di Genova, poi divenuta Credito Italiano. C’è stata l’evoluzione che ha portato UniCredit a essere oggi un gruppo internazionale, ma che sul territorio ligure vanta una presenza capillare in grado di assicurare la prossimità di servizio alla clientela privata e alle imprese».
In Liguria una presenza capillare
«In Liguria UniCredit ha 44 filiali – specifica Simonini – 480 dipendenti al servizio di più di 150 mila clienti per un totale di 1,7 miliardi di finanziamenti, senza contare le grandi multinazionali, e una raccolta complessiva di 7,3 miliardi al 31 dicembre del 2019. In area corporate UniCredit, con le filiali a Imperia, Savona, Genova, Chiavari e La Spezia, intrattiene relazioni stabili con circa 850 aziende e l’attività è in sviluppo, perché l’anno scorso abbiamo attivato 30 nuove relazioni, a conferma che le dinamiche del territorio offrono ancora spazi, con una quota di inserimento sull’accordato di sistema del 13%. Sempre restando nel perimetro corporate, nel corso del 2019 UniCredit sul territorio ligure ha erogato 90 milioni di nuova finanza con un incremento del 32% rispetto all’anno precedente, ha assistito i propri clienti con linee a supporto del capitale circolante per oltre 130 milioni ai quali si sono aggiunti ulteriori 125 offerti da UniCredit Factoring; anche il sostegno agli investimenti offerto da UniCredit Leasing è rilevante, con un odierno outstanding di oltre 53 milioni. Nel complesso la banca ha una forte presenza nel settore dei servizi, del commercio, delle industrie meccaniche, dell’attività logistico portuale, delle costruzioni e riparazioni navali con una particolare attenzione alle startup innovative».
– Ora, però, siamo in una situazione del tutto nuova rispetto al 2019. La vostra presenza rimane, ma come intendete regolarvi in questa nuova congiuntura? E come vedete le prospettive del territorio ligure nella ripresa che dovrà fare seguito alla crisi sanitaria? E, a proposito di ripresa, una domanda che riguarda l’immediato. Come vanno le domande di prestiti garantiti fino a 25 mila euro?
«Stiamo accompagnando i territori in questa nuova sfida. A livello nazionale evadiamo 43 mila richieste, alle quali applichiamo le migliori condizioni. Considerando un pre-ammortamento di 24 mesi, sulla durata a 36 mesi è applicato lo 0%, che diventa 0,25% sui 48 mesi per passare allo 0,75% sui 60 mesi e quindi all’1% nell’ipotesi più lunga dai 72 mesi. Sono cifre nazionali, valide in proporzione anche per la Liguria. Oggi è evidente che quello che si era programmato in una logica ante Covid ha subito cambiamenti importanti. Accelera l’evoluzione di processi già in atto sul territorio e si presentano nuove sfide e nuove opportunità. Il focus attuale per noi è contribuire a mettere in sicurezza le attività produttive e commerciali, anche rafforzando erogazioni creditizie che si innestano sul percorso dello scorso anno. Altrettanto importante la messa in sicurezza del risparmio rispetto alle dinamiche dei mercati finanziari mondiali. Sviluppiamo inoltre quelle attività, eventi e sinergie che aiutano a portare la Liguria verso l’internazionalizzazione e ad attrarre attività in Liguria. In sostanza: credito, consulenza, internazionalizzazione e sviluppo di nuove attività».
– Che cosa fate per la messa in sicurezza del sistema economico e produttivo?
«Prima di tutto abbiamo garantito e garantiamo la continuità nell’operatività e nella consulenza. Oltre alla concessione delle moratorie obbligatorie per legge, abbiamo integrato con un pacchetto di moratorie aggiuntive. Abbiamo in ogni provincia centri small e corporate che lavorano in remoto, tutti i nostri gestori sono dotati di pc portatili e altri device con cui assicurano il servizio e la consulenza. Di recente abbiamo stipulato anche importanti atti di finanziamento in forma totalmente digitale. Cerchiamo di abbinare alla concessione creditizia una consulenza mirata per riflettere con l’imprenditore su quale sia la migliore modalità di strutturare il credito, non solo per gestire i prossimi sei mesi di crisi ma per progettare i prossimi anni. Vogliamo aiutare l’imprenditore a fare scelte che siano sostenibili e consapevoli e non legate solo al momento di emergenza».
– E per quanto riguarda i privati?
«Abbiamo attivato moratorie sui mutui che sono moratorie easy: una persona telefona in banca e la rata viene sospesa, senza scambi documentali complicati. Abbiamo attivato, sta partendo ora, la moratoria dei prestiti personali, perché il credito al consumo è importante: le imprese sono state servite, bisogna mettere anche i privati in condizioni di sicurezza perché molti avranno necessità in questa fase di essere tutelati nella loro capacità di risparmio e di fare pronte agli impegni, quindi per 11 mesi sospendiamo la quota capitale dei prestiti. Ma non c’è da proteggere solo il risparmio, anche altri aspetti sono importanti nella vita di una persona e il primo di questi è la salute. Quindi abbiamo spinto sulla cultura della protezione della salute, come del resto facciamo da tempo, da ben prima che ci fosse l’epidemia. Gli ultimi anni sono stati per noi molto intensi nella proposizione di queste tematiche. Abbiamo stipulato convenzioni con le migliori controparti europee del settore e abbiamo ottenuto ottimi ritorni di gradimento dalla clientela. Inoltre in questo periodo di emergenza le compagnie di cui ci avvaliamo hanno esteso le coperture per chi era già assicurato anche al tema del Covid. Nella gestione del risparmio– precisa Simonini – abbiniamo alla nostra attività di consulenza l’offerta dei migliori player mondiali, che con le loro soluzioni di risparmio gestito ci aiutano a disegnare portafogli ben diversificati. Ed è proprio in questi momenti di crisi improvvise che la clientela ha apprezzato molto il nostro approccio. Abbiamo garantito la consulenza anche e soprattutto in questo periodo».
– E nel complesso come vedete la realtà ligure?
«Una realtà già in evoluzione che la crisi attuale avrà l’effetto di accelerare, e per essere capita dobbiamo saper guardare in modo nuovo. Siamo presenti in tutti i settori caratterizzanti del territorio e in Liguria c’è una prevalenza di aziende che operano nell’ambito dei servizi. In questo settore abbiamo relazioni con realtà di eccellenza che stanno effettuando percorsi di crescita per linee esterne e grazie anche al supporto dei nostri servizi della direzione centrale, abbiamo dato un crescente supporto a queste aziende. Dobbiamo aiutare gli imprenditori di ogni dimensione a fare scelte finanziarie consapevoli con la tranquillità che li supporteremo nel medio e lungo termine».
– Quali sono i settori in cui la regione può fare leva per il suo sviluppo?
«La Liguria, oltre che sui grandi colossi industriali-tecnologici ancora presenti, può contare su quattro filoni ricchi di futuro: portuale-cantieristico-marittimo, turismo qualificato, hi tech, internazionalizzazione. Per quanto riguarda i cantieri la Liguria ha una competitività a livello mondiale altissima, fatta di tecnologia e specializzazione. Le grandi commesse, come l’attività croceristica e i traffici portuali andranno avanti. E sono ovviamente importantissimi. Le attività portuali restano motore e volano dell’economia di questo territorio, anche con nuove potenzialità. Un esempio lampante è stato la gestione del relitto della Costa Concordia nel luglio del 2014. È stato smantellato e riciclato in poco meno di tre anni. La demolizione di Costa Concordia ha segnato un benchmark mondiale di sostenibilità per questo tipo di lavori, è stata una grande impresa sotto l’aspetto tecnico e anche economico e può essere l’avvio di un nuovo settore di business. Le competenze e l’esperienza maturata sono un unicum a livello mondiale. Non sono molte le città che possono vantare le competenze necessarie per eseguire lavori di questa complessità con le garanzie richieste».
– Ci sono anche le riparazioni navali…
«Certo. Un’altra attività in cui la Liguria eccelle da sempre. Ma anche qui dobbiamo cogliere un aspetto nuovo. C’è un complesso di aziende, grandi, piccole e medie e tanti artigiani che si occupano del refitting degli yacht».
– In effetti il cluster della nautica professionale genovese nel 2018 ha registrato oltre 121 milioni euro di fatturato diretto (+10% rispetto al 2017) e impiega 342 dipendenti diretti…
«È un settore promettente, in cui interveniamo volentieri, gli yacht in manutenzione in Liguria possono trovare competenze professionali e industriali di eccellenza, al centro di un territorio di grande bellezza. Inoltre il business riguarda non solo chi lavora direttamente per queste imbarcazioni ma anche un indotto notevole. È un’attività che accompagniamo e che ha due dimensioni: la dimensione dell’impresa che prende la committenza, che fa un lavoro a livello internazionale e ha bisogno di credito in tutti i suoi aspetti, ma poi ci sono le centinaia di imprese artigiane coinvolte che forniscono un lavoro ad alto valore aggiunto».
– I problemi, però non mancano né per le riparazioni navali né per il refitting degli yacht
«Le soluzioni bisogna trovarle qui, favorendo il dialogo tra imprese, scuola e istituzioni. Per le specializzazioni è fondamentale puntare su una interazione sempre più stretta tra scuola e lavoro. Del resto questo non vale solo per il comparto navale e nautico. Oggi da un lato osserviamo un ottimo livello preparazione accademica di tanti giovani che trovano sbocco fuori regione e dall’altro riscontriamo che moltissime aziende locali lamentano la mancanza di specifiche specializzazioni in attività tipiche del territorio ligure come tornitori, saldatori, meccanici specializzati».
– Il tema della nautica si lega con quello del turismo, forse il comparto che dalla crisi ha subito i colpi più duri
«Stiamo vivendo una situazione del tutto nuova, che necessita di interventi non sono solo bancari ma di natura straordinaria. Ma occorre finanziare subito la ripresa, e cogliere l’occasione per accelerare la digitalizzazione anche in questo comparto. I nuovi trend che si stanno delineando potrebbero portare a ricercare nuove mete meglio raggiungibili con mezzi ordinari, più vicine legate allo slow tourism. Se teniamo presente inoltre che la Liguria oltre a un paesaggio incantevole può offrire buon cibo e servizi che non sono improvvisati ma esistono da tantissimo tempo, vediamo che questa crisi potrebbe mettere in moto processi di sviluppo. Il settore turistico secondo UniCredit è strategico per l’Italia, già diversi anni fa abbiamo lanciato il progetto UniCredit for tourism che andava a mappare le esigenze di ogni territorio e negli ultimi anni sono emerse strette connessioni tra turismo, produzioni agricole ed enograstronomia che hanno generato intrecci tra attività che sembravano lontane ma alla fine hanno dimostrato di poter generare una customer experience unica e ad alto valore aggiunto. E da questo punto di vista le produzioni liguri nel mondo vitivinicolo e agrolimentare, sono di eccellenza, e si affiancano alla ristorazione e a un un paesaggio unico. L’accompagnamento a questa riconversione l’abbiamo fatta. E continueremo ad accompagnare gli investimenti nel settore».
– Il turismo in Liguria, specialmente nel Ponente, conta anche su un vasto patrimonio di seconde case, che in parte potrebbe essere riqualificato
«Con la rinnovata attenzione per il nostro territorio si potrebbe avere un impulso nella ristrutturazioni delle seconde case legato anche alle importanti nuove agevolazioni fiscali. Noi abbiamo messo a disposizione da tempo tassi molto interessanti e finanziamenti anche non ipotecari, tra i quali anche la cessione del quinto dello stipendio. E questo porterebbe a una maggiore sostenibilità ambientale, che è un valore per noi importante».
– E per l’hi tech quali sono i vostri programmi?
«Accompagniamo la crescita delle start up con il programma Start Lab, un progetto di accompagnamento creditizio e di consulenza che consente di iniziare l’attività e di crescere. Valorizziamo al massimo la presenza del Lit, organizzandovi per esempio eventi con le attività del nostro advisory board. UniCredit negli ultimi anni ha focalizzato i propri sforzi sul tema dell’innovazione. E sul territorio genovese oltre all’Iit e alle grandi aziende che fanno innovazione, ci sono le singole aziende, piccole e medie, e anche tanti spin off che noi accompagniamo sia dal punto di vista finanziario sia della consulenza».
– Aveva indicato l’internazionalizzazione come uno dei filoni più promettenti per il futuro della Liguria. È un’attività non facile per un tessuto economico costituito in gran parte da piccole aziende. Come intendete procedere?
«Il nostro supporto all’internazionalizzazione si realizza su tanti livelli. La vocazione internazionale della banca viene dalla sua storia ma anche da una forte presenza di un network di rilievo in molti paesi europei. Siamo la terza banca per attivo in Germania, la prima in Austria e ai vertici in tanti altri Paesi. Questa presenza internazionale è un elemento distintivo di UniCredit, grazie al quale l’istituto offre un servizio d’eccellenza nel supporto all’attività commerciale estera accompagnando i propri clienti nei complessi processi di internazionalizzazione. UniCredit ha inoltre un rilevante programma di digitalizzazione che prevede ingenti investimenti per assicurare ai propri clienti la miglior esperienza possibile grazie all’operatività da remoto. Oggi la piattaforma on line dell’istituto è tra le più efficienti sul mercato, fornisce un’ampia gamma di possibilità operative Italia e all’estero in costante evoluzione. All’estero abbiamo organizzato sia b2b fisici sia virtuali mettendo le best practice a fattore comune. Questo modello può aiutare le imprese ad andare oltre il concetto di fiera tradizionale o rete commerciale tradizionale. Con un pacchetto come Easy Export accompagniamo le aziende orientate all’export o che desiderano affacciarsi per la prima volta sui mercati esteri rendendogli semplice e immediato, per esempio l’accesso a piattaforme internazionali come Ali Baba. Essere una presenza storica sul territorio ti porta a conoscere le esigenze del cliente in modo approfondito. Il fatto di avere una forte presenza internazionale ci permette anche di condividere con il cliente le migliori best practice paneuropee».
– Per quanto riguarda l’educazione finanziaria non agite in modo strutturale, con organizzazioni ad hoc?
«Certo, la banca in questo campo opera con una struttura attiva che è quella che gestisce Marco Aloisio, con la collaborazione delle principali associazioni di categoria».
– Oggi, però, organizzare corsi e incontri è diventato difficile
«L’esperienza maturata in tanti anni di attività ci ha permesso di passare agevolmente da un modello di incontri fisici a un modello di incontri in digitale, che stanno riscuotendo un ottimo successo. In Liguria abbiamo fatto almeno una decina di incontri per incrementare la cultura finanziaria dei privati, la conoscenza dei prodotti bancari, le successioni. Sono argomenti che abbiamo trattato nel 2018 e 2019 e continueremo a trattarli nel 2020, anche con appuntamenti già fissati. Bisognerà collegarsi con device come pc, smartphone, ecc… e chi si collegherà potrà seguire le lezioni anche in maniera interattiva. Un altro tema che stiamo approfondendo è quello dell’alternanza scuola-lavoro, abbiamo affiancato una decina di scuole in Liguria, seguito circa 700 studenti, per il prossimo triennio abbiamo già stretto un accordo con il ministero. E quest’anno, considerate le difficoltà a cui hanno dovuto fare fronte le scuole, abbiamo offerto gratuitamente agli istituti che aderiscono all’alternanza scuola lavoro di UniCredit gli strumenti informatici necessari, non soltanto per l’alternanza scuola-lavoro ma per tutta la didattica. Speriamo che la didattica a distanza non sia più indispensabile, ma nel caso sia necessaria noi ci siamo. In conclusione, abbiamo una storia lunga in Liguria e vogliamo continuare a supportare il territorio a 360 gradi. Questa crisi anche per i liguri è un’occasione di ripensamento, di liberazione di energie. È una sfida. Noi ci siamo, per vincerla insieme».