Innovazione, agroalimentare, shipping. Forti di un’idea brillante, intraprendenza e capacità imprenditoriale, puntare su Singapore si dimostra la scelta vincente per molte aziende che operano in svariati settori del made in Italy. A testimoniarlo sono le tre imprese liguri presenti oggi nell’incontro “Singapore: nuove opportunità di business per le imprese liguri nella città-stato asiatica”, organizzato da Liguria International insieme a Camera di commercio di Genova (nella cui sede si è svolto l’evento), Regione Liguria e Camera di commercio italiana a Singapore. «Il nostro obiettivo – ha spiegato in apertura Ivan Pitto, presidente di Liguria International – è fare da tramite alle imprese che vogliono penetrare un nuovo mercato, come può essere quello del Sud Est asiatico, cercando di fornire loro gli strumenti opportuni e contatti diretti».

Singapore in flash
6 milioni di abitanti, di cui moltissimi giovani e una classe media in forte espansione. Il reddito pro capite è di circa 60 mila dollari, terzo al mondo dopo quello di Qatar e Lussemburgo. Il Pil del Paese cresce intorno al 2,5%-3% ed è un trend stabile. Una posizione geografica strategica, a poche ore dai principali hub asiatici. Giacomo Marabiso, segretario generale della Camera di commercio italiana a Singapore, descrive le principali caratteristiche del Paese e i settori economici in maggiore espansione: «Singapore si è costruita negli anni una reputazione forte di una delle migliori città al mondo dove fare business. Ha attraversato un forte sviluppo logistico e portuale, successivamente ci sono state le fasi dell’elettronica e quella finanziaria, seguita dal real estate. Oggi stiamo attraversando un momento in cui il comparto dell’innovazione è uno dei settori di sviluppo più importanti. Ma ci sono altre aree in grande espansione: quella biomedicale, il fashion e il luxury, l’agroalimentare – circa 100 i ristoranti italiani presenti, di cui due stelle Michelin – e l’arredamento. Ma soprattutto le infrastrutture, un aspetto dovuto principalmente al fatto che in un momento di crescita infrastrutturale in molti Paesi del Sud Est asiatico, Singapore concentra i principali centri di ingegneria. Non a caso, nell’ambito della One Belt One Road, la nuova via della Seta, il 30% dei fondi per i vari progetti partirà da Singapore».
Due i principali eventi che la Camera di commercio italiana a Singapore organizza per incentivare il business delle imprese italiane nel Paese: Italian food & wine in Singapore, due giornate di incontri b2b al Suntec convention centre, e Italian innovation days, due giornate, in programma a novembre 2018, dedicate alla promozione dell’innovazione italiana, con incontri di business e visite negli incubatori singaporiani.
Singapore porta dell’Asia: perché le imprese liguri devono scommettere su questo Paese – leggi qui il nostro approfondimento
Da Rapallo a Singapore: il grande salto di Xplored
Ha intrapreso i primi “esperimenti” negli anni 2000, oggi una sua idea è stata notata da un’azienda singaporiana e nel giro di pochi mesi il suo business ha subito una vera svolta. Parliamo di Xplored, pmi con sede a Rapallo, fondata come srl nel 2008. La strategia iniziale era quella di sviluppare videogiochi e app promozionali per grandi marchi, del calibro di Ferrero, poi la svolta: la prima “rivoluzione industriale” dell’azienda è avvenuta nel 2014, quando il ceo Davide Garofalo e il suo team hanno capito che il mercato del giocattolo aveva bisogno di nuove idee. Idee che mettessero al primo posto il digitale, anche come vero e proprio plus per il giocattolo stesso. È così che nasce Runimalz, un giocattolo sia fisico (si tratta di un animaletto dotato di ruote), ma allo stesso tempo anche un videogioco. La novità sta nel poter fare interagire le due “anime” per una nuova esperienza di gioco. La seconda svolta, decisamente più recente e “rapida” nella sua evoluzione, è stata tra dicembre 2017 e febbraio 2018: «Abbiamo partecipato a Spiel, una delle principali fiere del settore a Essen, dove abbiamo portato un nostro prototipo per un gioco da tavolo – racconta Garofalo – una realtà singaporiana del settore l’ha notato, gli è piaciuto e ha battuto sul tempo tutte le altre aziende interessate al prodotto: nel giro di una settimana sono stato chiamato a Singapore, dove ho parlato direttamente con i vertici dell’azienda, ho spiegato loro le nostre necessità e condizioni, subito accettate dalle controparti. Nel giro di pochissimo ci siamo accordati per un progetto di due anni. La fase legale è durata appena due settimane». La velocità, ma anche la mentalità del singaporiano è stato l’elemento che ha colpito Garofalo nel corso della trattativa: «Alla fiera ci presentavano ad altri imprenditori, magari loro concorrenti, e poi ci lasciavano soli perché potessimo fare business insieme. Un modo di agire completamente diverso dal nostro», ricorda Garofalo.
Nel progetto in ballo con Singapore, Xplored rappresenta un partner tecnologico, ma anche creativo: «Quando abbiamo un’idea nuova ne parliamo. Ho saputo solo poco fa che hanno già in mente di avviare un nuovo progetto con noi», spiega il fondatore dell’azienda. Il nuovo prodotto sarà sugli scaffali già dall’anno prossimo, Xplored seguirà tutta la produzione tecnologica, ma anche il resto sarà fatto in Italia: «Siamo incredibilmente riusciti a strappare la produzione ai cinesi – afferma Garofalo – E lo stesso avviene per un altro progetto, questa volta con Clementoni: si tratta della realizzazione di un robot». La partnership con Singapore ha avuto fin da subito un’evoluzione positiva per il business dell’azienda di Rapallo: «La nostra visibilità è aumentata: aziende come Clementoni e altri nostri clienti ci chiedono più lavoro».
I numeri parlano chiaro: l’azienda ha chiuso il 2017 a quota 500 mila euro di fatturato, ma per il 2018 le previsioni sono quelle di raddoppiare la cifra. In crescita anche il numero di dipendenti: attualmente sono 16, a marzo saranno già 19. «Ed entro la fine dell’anno aumenteranno ancora».
Santagata porta l’olio made in Italy nel Sud Est asiatico
La forza di un’azienda che ha da poco festeggiato i 110 anni di attività, si vede anche nella lungimiranza dei suoi imprenditori e nella capacità di scovare nuove aree di business anticipando le mosse dei concorrenti. Non a caso Santagata 1907 è presente da dieci anni a Singapore con un ufficio di rappresentanza per fare affari e gestire l’export in tutto il Sud Est asiatico. Una macroarea che rappresenta circa il 30% del totale delle esportazioni dell’azienda, dopo l’Europa. «Circa 10 anni fa praticamente nessuno nel nostro settore aveva un ufficio di rappresentanza a Singapore, dove tutt’ora lavora una persona – racconta Cristina Santagata, presidente dell’azienda – Per noi questa città-Stato è un ponte fondamentale per tutto il Sud Est asiatico che, in questi anni, ha mostrato di apprezzare sempre di più il nostro prodotto made in Italy».
L’impresa, con sede a Genova Bolzaneto, venti dipendenti, si occupa della selezione e della vendita di oli di oliva ed extravergini. Due i rami operativi: quello del prodotto sfuso, che si rivolge all’industria degli imbottigliatori, e quello del prodotto imbottigliato, verso i canali retail e Ho.Re.Ca. Santagata ha chiuso il 2017 con un fatturato di 81 milioni di euro. «Anche per il 2018 le previsioni sono quelle di una crescita – afferma la presidente – un trend che dura da circa 10 anni».
Cosulich, l’esperienza di chi ha messo radici a Singapore
Presenti a Singapore da 20 anni, la genovese Fratelli Cosulich, attiva in diversi settori dell’industria marittima, è ormai una realtà consolidata anche nel cuore del Sud est asiatico: «Abbiamo aperto il primo ufficio a Hong Kong – afferma Timothy Cosulich – poi abbiamo deciso di aprire anche a Singapore perché, se Hong Kong è la principale porta d’ingresso per la Cina, Singapore rappresenta il portone per il Sud Est asiatico intero».
Singaporiani molto friendly e affidabili con gli investitori stranieri, ma questo non è l’unico aspetto positivo dell’esperienza ventennale di Cosulich nella città-Stato asiatica: «Il framework legale è serio e affidabile – spiega – Le opportunità di business sono molte in un’area emergente. Positivo anche l’aspetto finanziario, perché supporta i progetti di espansione. Da sottolineare anche il supporto delle istituzioni locali, come ambasciata e camera di commercio, che in questi anni sono sempre più concentrate ed efficienti nei confronti delle aziende». Ma non è tutto oro ciò che luccica: in base alla sua esperienza aziendale, Cosulich ricorda anche che «la vita a Singapore è molto cara, perciò se un’azienda decide di insediarsi nel Paese, è opportuno che tenga conto del fatto che aspetti come abitazione, scuola e trasporti non tutto fuorché economici». Dal punto di vista delle risorse umane, «Sono sicuramente persone competenti e affidabili – ricorda – ma per certi ruoli ritengo sia opportuno affidarsi a persone occidentali che hanno un maggiore spirito di iniziativa».
Il gruppo genovese ha chiuso il 2017 con un forte incremento dei volumi di bunker (carburante navale) commercializzati nei principali porti del mondo, tra cui proprio Singapore: lo scorso anno Fratelli Cosulich ha raggiunto le 5,7 milioni di tonnellate a livello globale, con un aumento del 19% al 2016. Nel 2018 le previsioni sono quelle di un’ulteriore crescita del 5%. Proprio una parte considerevole di questo business ha origine a Singapore, dove lo scorso anno sono stati commercializzati 2,4 milioni di tonnellate di bunker. Nel porto asiatico Cosulich dispone di 6 bettoline, 3 di proprietà e altre 3 prese a noleggio, ma è attualmente in corso una trattativa per acquisire un ulteriore mezzo, necessario a sostenere il costante incremento dei volumi di bunker movimentati dal gruppo.