Braccio di ferro tra Cociv, il general contractor del Terzo Valico (i cui precedenti vertici erano stati arrestati nel corso dell’inchiesta negli ultimi mesi dello scorso anno) e il sindaco di Alessandria Rita Rossa.
Al centro della questione l’uso di una cava. Il Cociv, in cui conferire materiale di risulta dei cantieri. Cociv si è rivolto al Tar del Piemonte contro Rita Rossa, primo cittadino di Alessandria e presidente della Provincia, chiamando in causa anche il ministero dell’Ambiente, la Regione Piemonte, Arpa, Rfi per l’annullamento dell’ordinanza del 29 novembre scorso con la quale Rossa aveva disposto la sospensione dei conferimenti di materiale di scavo nella cava Clara e Buona.
Chiesto anche l’annullamento delle note del sindaco in cui si chiedevano ulteriori informazioni e integrazioni, oltre al risarcimento dei danni subiti a seguito della sospensione dei conferimenti. «Sono stupita – commenta Rossa – in quanto attendevo la riunione, già in calendario per mercoledì prossimo, a Torino, per avere elementi di rassicurazione ulteriore nei confronti della cittadinanza. Ero e sono perfettamente consapevole che Arpa e Regione avevano certificato il non avvenuto danno ambientale dalle esondazioni del Bormida del novembre scorso e che sempre la Regione aveva attestato che l’argine di separazione tra la Clara e Buona e il fiume poteva essere costruito contestualmente alla ripresa dei conferimenti nella cava. Ho ritenuto, tuttavia, che su un argomento così delicato fossero necessarie tutte le verifiche del caso. L’ordinanza è un atto concreto per esprimere le preoccupazioni e l’esigenza di trasparenza di una popolazione e non è mia intenzione revocarla prima di quella data e delle valutazioni sulle sue risultanze».
Per contro, Cociv, nel ricorso, al Tar chiede anche che il sindaco risponda dei danni “patiti e patiendi” in conseguenza del blocco della discarica. Non di secondo piano, nella vicenda, il fatto che proprio Rita Rossa, insieme ad alcuni parlamentari del Pd, abbia più volte chiesto il commissariamento del Cociv, in conseguenza di quanto emerso fino a oggi dall’inchiesta che aveva portato agli arresti, tra gli altri, dell’allora presidente del general contractor Michele Longo e del suo vice Ettore Pagani.