Le associazioni ambientaliste liguri di Italia Nostra, Legambiente, Lipu e Wwf chiedono alla giunta Toti di ritirare la delibera dell’11 maggio per l’attuazione dei piani di bacino, che consentirà l’edificazione anche nelle aree a rischio inondazione poiché “potrebbe mettere in pericolo persone, abitazioni e territorio”.
Nella seduta dello scorso 11 maggio la giunta regionale ligure ha approvato uno “Schema di regolamento recante disposizioni concernenti l’attuazione dei piani di bacino distrettuale, anche stralcio, per le area pericolosità da alluvione fluviale e costiera in attuazione dell’articolo 91, comma uno ter due della legge regionale 21 giugno 1999 numero 18 adeguamento delle discipline e conferimento delle funzioni agli enti locali in materia di ambiente difesa del suolo ed energia”.
Su questo schema di regolamento la stessa giunta regionale ha chiesto un parere alla commissione consiliare e inviato lo schema al Consiglio regionale ligure.
Le associazioni ambientaliste della Liguria, attraverso un comunicato stampa congiunto, fanno sapere che ritengono quanto proposto un “gravissimo errore” e anzi paventano la possibilità di un “rischio grave per il territorio, per le abitazioni e per le stesse persone in caso in cui i contenuti di questo regolamento fossero approvati e attuati”.
«Siamo ancora tutti scioccati da quanto è avvenuto (e purtroppo sta ancora avvenendo) in Emilia Romagna e nelle Marche − scrivono i rappresentanti delle quattro associazioni, Giorgio Di Sacco Rolla, presidente Italia Nostra Liguria, Santo Grammatico, presidente Legambiente Liguria, Aldo Verner, delegato Lipu Liguria e Marco Piombo, delegato Wwf Liguria −. Un’alluvione dalle dimensioni enormi dovuta essenzialmente a due fattori 1) una mancata manutenzione e una mala gestione del territorio con un accentuato fenomeno di cementificazione; 2) la spinta che i mutamenti climatici stanno dando agli avvenimenti meteorologici che si configurano sempre di più come eventi estremi».
«Nello schema di regolamento − si legge nel comunicato − si cerca di far passare il concetto che esiste un rischio minore nel costruire e fare interventi di varia natura accanto a fiumi, torrenti e rivi a secondo della loro portata. Tutto ciò è veramente reso ancora più grave dal fatto che esattamente qualche giorno dopo che la giunta regionale ha approvato questo schema di regolamento sia successo quello che abbiamo sotto gli occhi e che per fortuna questa volta ha risparmiato il territorio ligure, ancora più fragile e ancora più cementificato. Cogliamo l’occasione per formulare tutta la nostra solidarietà e vicinanza alle popolazioni colpite e piangiamo le persone che hanno perso la vita a seguito dei tragici eventi».
Ritornando al regolamento ligure, in particolare sono gli articoli 5 e 6 quelli ritenuti dai rappresentanti di Italia Nostra, Legambiente, Lipu e Wwf i “più discutibili”, introducendo il principio di “minor pericolosità relativa” seppur all’interno di aree a elevata e media alluvione. «Si fa passare il concetto che in tali aree esisterebbe comunque una minore pericolosità cosa smentita appunto da quanto avvenuto sotto i nostri occhi in questi giorni. Opere pericolose perché concepite in aree alluvionali come lo Sky Metro in Val Bisagno, oppure il pala Bombrini in Val Polcevera a Genova fino anche i frantoi di inerti lungo le sponde del fiume Magra in provincia della Spezia, così come il reticolo collinare spezzino recentemente mappato da uno studio idrogeologico commissionato dal Comune della Spezia, per arrivare a vari progetti edilizi costieri (Varazze e altro) nel levante savonese, potranno essere potenzialmente oggetto di interventi garantiti da queste nuove sottocategorie».
Le associazioni ritengono che “non è questo il nuovo modo di vedere il territorio che dovrebbe caratterizzare una politica di prevenzione, di tutela e di regolamentazione delle aree a rischio”.
Per questo chiedono con forza alla giunta regionale di ritirare questo provvedimento, riservandosi di compiere tutte le azioni necessarie “affinché il grado di rischio per il territorio e per le popolazioni non venga ulteriormente alzato nel caso che questo regolamento diventasse vigente”.