La sanità della Liguria risulta inadempiente sul fronte della prevenzione per quanto riguarda gli adempimenti dei livelli essenziali di assistenza. È quanto emerge dall’analisi indipendente della Fondazione Gimbe.
Nel 2023 solo 13 Regioni rispettano gli standard essenziali di cura. Peggiorano le performance in 8 Regioni rispetto al 2022, tra cui la Liguria.
Sono i dati del ministero della Salute, che valuta annualmente l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza (Lea), ovvero le prestazioni sanitarie che tutte le Regioni e Province Autonome devono garantire gratuitamente o previo il pagamento del ticket.
«Si tratta a tutti gli effetti della “pagella” ufficiale per valutare i servizi sanitari regionali – afferma Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – che “promuove” le Regioni adempienti e identifica le criticità in quelle inadempienti».
Dal 2020 lo strumento utilizzato è il sottoinsieme di indicatori Core del Nuovo Sistema di Garanzia (Nsg), che include 88 indicatori suddivisi in tre macro aree: prevenzione collettiva e sanità pubblica, assistenza distrettuale e assistenza ospedaliera. Tuttavia, la “pagella” ufficiale ne utilizza solo 26, numero aumentato nel 2023 con il primo aggiornamento del sistema. Ogni Regione, per ciascuna delle tre aree, può ottenere da 0 a 100 punti e per essere considerata adempiente deve raggiungere la “sufficienza” di almeno 60 punti in tutte le aree. La Liguria si ferma a 54 sulla prevenzione, mentre ottiene 85 per l’area distrettuale e 80 per quella ospedaliera.
Dopo la pubblicazione, il 6 agosto, della Relazione 2023 del “Monitoraggio dei Lea attraverso il Nuovo Sistema di Garanzia” da parte del ministero della Salute, la Fondazione GIMBE spiega il Presidente, «ha condotto un’analisi indipendente per misurare le differenze regionali nel garantire i diritti fondamentali di salute, con particolare attenzione all’entità della frattura Nord-Sud. Per ciascuna Regione sono state inoltre valutate le variazioni tra il 2022 e il 2023 e il posizionamento nelle tre aree della prevenzione, distrettuale e ospedaliera».
Adempimenti Lea 2023
Nel 2023 solo 13 Regioni risultano adempienti ai Lea, un numero identico a quello del 2022: Campania, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Provincia Autonoma di Trento, Piemonte, Puglia, Sardegna, Toscana, Umbria e Veneto. In particolare, dal 2022 al 2023 Campania e Sardegna salgono tra le Regioni adempienti, mentre Basilicata e Liguria retrocedono a inadempienti per il mancato raggiungimento della soglia minima in un’area.
Classifica Gimbe
Considerato che il ministero della Salute non restituisce un punteggio unico per la valutazione complessiva degli adempimenti Lea, la Fondazione Gimbe ha elaborato una classifica di Regioni e Province Autonome sommando i punteggi ottenuti nelle tre aree. I risultati sono riportati in ordine decrescente di punteggio totale e suddivisi in quartili. «Rispetto alla semplice distinzione tra Regioni adempienti e inadempienti – commenta Cartabellotta – il punteggio totale evidenzia in maniera più netta il divario Nord-Sud: infatti, tra le prime 10 Regioni 6 sono del Nord, 3 del Centro e solo 1 del Sud. Nelle ultime 7 posizioni, fatta eccezione per la Valle d’Aosta, si trovano esclusivamente Regioni del Mezzogiorno».
Classifica per macro-area
Al di là dei criteri che stabiliscono se una Regione sia adempiente o meno, i punteggi ottenuti nelle singole aree restituiscono classifiche differenti, utili a individuare punti di forza e criticità nell’erogazione dei Lea. Alcune Regioni (Campania, Emilia-Romagna, Toscana, Piemonte, Veneto, Umbria), indipendentemente dal livello delle loro performance, si collocano in posizioni simili nelle tre aree, documentando uniformità nell’erogazione dell’assistenza. Altre Regioni, tra cui la Liguria, invece, mostrano forti squilibri nel posizionamento tra le tre aree.
«Queste differenze – spiega il presidente – indicano che, anche dove si raggiunge la soglia di sufficienza, persistono marcati squilibri nella qualità dell’assistenza. Ma una sanità che funziona bene solo in ospedale o solo sul territorio non può considerarsi realmente efficace, né tantomeno in grado di rispondere ai bisogni delle persone».
La Liguria è penultima, davanti solo alla Sicilia e insieme all’Abruzzo nella classifica dell’area prevenzione.
Variazione in negativo rispetto al 2022
Le differenze tra gli adempimenti Lea 2022 e 2023 sono state analizzate valutando i punteggi totali delle Regioni e le performance nazionali nei tre macro-livelli assistenziali. Nel 2023, 8 Regioni hanno registrato un peggioramento rispetto all’anno precedente, seppure con gap di entità molto variabile. La Liguria ha perso 8 punti. A perdere almeno 10 punti sono Lazio (-10), Sicilia (-11), Lombardia (-14) e Basilicata (-19).
«La riduzione delle performance anche in Regioni storicamente solide – commenta Cartabellotta – dimostra che la tenuta del Ssn non è più garantita nemmeno nei territori con maggiore disponibilità di risorse o reputazione sanitaria. È un campanello d’allarme che non può essere ignorato».
Nicolò: «Unico dato sotto soglia influenzato da disallineamento nella trasmissione dati»
L’assessore alla Sanità Massimo Nicolò commenta: «Secondo quanto rilevato da Fondazione Gimbe la Liguria sulla valutazione complessiva degli adempimenti Lea ha fatto registrare risultati complessivamente positivi, sia nell’ambito dell’assistenza ospedaliera che in quello dell’assistenza distrettuale. Quest’ultima, in particolare, ha evidenziato performance ben al di sopra dei livelli di riferimento stabiliti dal ministero, soprattutto nelle aree considerate prioritarie per la tutela della salute pubblica. Per quanto riguarda invece l’ambito della prevenzione, l’unico indicatore risultato al di sotto della soglia stabilita è stato influenzato da un disallineamento nella trasmissione dei dati al ministero. Si tratta quindi di un’anomalia di natura tecnica, che non riflette la reale situazione dei servizi erogati sul territorio. Il problema è già stato individuato e corretto, e i dati aggiornati saranno regolarmente trasmessi nel monitoraggio relativo all’anno 2024».