Il 91,1% dei liguri utilizza lo smartphone per informarsi, il 60,5% lo fa con il computer, il 48,7% con la televisione, mentre il 32,4% è ancora affezionato alla carta, anche se spesso attraverso una copia non acquistata direttamente ma ricevuta dagli altri. E solo l’1% degli adolescenti dice di leggere un giornale cartaceo, dato che arriva al 42% per chi ha più di 67 anni. È quanto emerge dal primo report regionale sull’alfabetizzazione mediatica in Liguria, redatto dall’Osservatorio giornalistico MediaLab. Lo riporta l’agenzia Dire.
A prescindere dallo strumento, l’84,5% di chi ha partecipato alla ricerca ha dichiarato di utilizzare internet per informarsi quotidianamente, mentre solo l’1,3% dei liguri lo utilizza meno di una volta alla settimana e lo 0,2% non accede per niente alla rete per informarsi.
Quanto alle fonti, le preferite sono i social network, utilizzati dal 64,4% dei liguri, con tutte le relative criticità legate all’attendibilità e alla selezione fatta dagli algoritmi, seguiti dalle testate online al 61,8%, con una sorta di continuità con le fonti più tradizionali, e dai motori di ricerca al 58,2%.
Il rischio, rileva MediaLab, è che si assista alla formazione di “echo chambers”, in cui gli utenti scorrono e leggono principalmente informazioni che confermano le loro opinioni preesistenti. Con particolare riguardo ai social network, ben il 65,1% degli utilizzatori afferma di averli sfruttati nell’ultima settimana per seguire notizie e attualità. E anche il 75% degli over 65 afferma di accedere ai social per informarsi. Dallo studio, emerge inoltre che l’informazione viene consumata sempre più in forma visiva, spesso mischiata a contenuti di intrattenimento, aspetto che abbassa la soglia di attenzione e facilita la circolazione di notizie poco affidabili.
Nonostante l’86,9% degli intervistati si dichiari molto o abbastanza sicuro di poter distinguere una notizia vera da una falsa, il 16,9% ammette di aver condiviso inconsapevolmente fake news, mentre il 33,5% non saprebbe dirlo.
Tra i dati più significativi dello studio, il fatto che l’84,9% dei liguri non abbia mai partecipato a un corso di alfabetizzazione mediatica, questo anche perché oltre l’89% degli intervistati ritiene di essere già molto o abbastanza competente nell’uso di strumenti digitali. Interessante notare che il 76,5% clicchi su un contenuto perché considerato pertinente ai propri intessi, il 62% si affidi alla fiducia nella testata e “solo” il 19,3% si dica influenzato dal titolo accattivante, mentre il 27,8% da contenuti visivi. Buono il livello di consapevolezza del rapporto fra servizi di informazione e pubblicità sui social media, con solo il 9,3% che non ne è a conoscenza e il 14,9% ha una comprensione limitata. Da sottolineare anche che il 75,1% degli intervistati consideri essenziale un’educazione ai media nella scuola, mentre un altro 21,3% lo consideri molto importante. Il rapporto rivela un divario di genere tra i giovani: i ragazzi si percepiscono come più competenti digitalmente, ma le ragazze dimostrano una maggiore cautela e accuratezza nell’individuazione delle fonti e nella condivisione di informazioni. Per quanto riguarda gli anziani, sebbene la fascia di età over 65 mostri un’alta digitalizzazione e un’attiva presenza sui social media, emerge una maggiore vulnerabilità alla disinformazione e una tendenza a condividere notizie senza una verifica accurata delle fonti.