Anche la fase B della nuova diga di Genova, la cui costruzione è ancora da appaltare, terminerà entro la fine del 2027 e non nel 2029, come invece sembrerebbe dai tempi indicati nel cronoprogramma progettuale. Lo ha confermato, secondo quanto riporta l’agenzia Dire, il viceministro a Infrastrutture e Trasporti, Edoardo Rixi, stamattina a margine dell’inaugurazione del Parco delle Dune di Pra’, nel ponente del capoluogo ligure
«Bisogna saperli leggere i progetti, io posso dire quello che è dagli atti ufficiali- ha precisato Rixi – quello che risulta a noi è che la realizzazione della fase B andrà in parallelo alla fase A, che si concluderà alla fine del 2027. Sono tre anni in anticipo rispetto al cronoprogramma iniziale che prevedeva la fine nel 2030. Dopodiché, se anche si arrivasse alla fine del 2028, siccome è un’opera che durerà dagli 80 ai 100 anni, non è sicuramente un problema. Il problema vero è avere la capacità tecnologica di poter continuare a lavorare evitando interferenze sull’operatività del porto».
«Io sono, comunque, contento – ha aggiunto il viceministro – se verrà realizzata la nuova diga. Mentre c’è qualcuno che continua a ritenere che non dovrebbe essere realizzata perché magari vuole conservare posizioni di monopolio all’interno delle realtà portuali e a me sembra una follia. La nuova diga foranea è un’opera unica nel suo genere a livello europeo: nella prima fase, in particolare sul posizionamento delle colonne sul fondale e sulla realizzazione dei cassoni, ci sono stati dei problemi, anche perché si è scelto di non realizzare i cassoni a Pra’ ma a Vado Ligure, in un’ottica di salvaguardare il rapporto porto-città. Questo ha comportato, ovviamente, dei ritardi».
«Ma – ha ricordato Rixi, a maggio entrerà in funzione un nuovo impianto sempre a Vado Ligure per la realizzazione di altri cassoni e, quindi, si raddoppierà la capacità di produzione e ci sarà un’accelerazione importante da giugno. In più, una serie di risorse tecniche di Fincantieri erano impegnate anche nella realizzazione del nuovo mega terminal di Miami, che è stato consegnato la settimana scorsa, ora ci saranno sicuramente più energie a disposizione».
Per quanto riguarda l’aumento dei costi. «Per una valutazione nel momento in cui si sono realizzate le colonne, c’è stato un aumento della profondità necessaria per stabilizzare i cassoni, quindi c’è stata una lievitazione dei costi, ma siamo all’interno dell’accettabile. Vorrei ricordare che l’appalto è stato realizzato dal precedente governo, probabilmente con alcune sottovalutazioni, per cui si è dovuto migliorare in corso d’opera alcune caratteristiche dell’opera stessa». Poco male, dunque, se costerà un po’ di più perché la funzione della nuova diga deve essere quella di rendere il porto di Genova il primo scalo del Mediterraneo per i prossimi 100 anni, in grado di far attraccare in tutti i terminal le porta container da 24.000 teu. Sarebbe l’unico caso nel sistema italiano e uno dei pochi a livello Mediterraneo».
Anche il vicesindaco reggente e candidato primo cittadino del centrodestra a Genova, Pietro Piciocchi, a margine dell’inaugurazione del Parco, riferisce la Dire, è intervenuto sull’argomento.
«La diga è un’opera complessa, lo sappiamo benissimo – ha detto – dobbiamo fare tutto il tifo perché si realizzi e non tifare perché bisogna enfatizzare che c’è un ritardo, che poi è tutto da dimostrare. Nel momento in cui diciamo che la diga è in ritardo, ammesso e non concesso che sia vero, qual è il risultato che abbiamo portato per la città? Allora, le forze politiche devono lavorare unite quando sono convinte che le opere servono».
«Il Pd ha sempre detto che la diga è un’opera importante – ha ricordato Piciocchi – allora basta, è inutile continuare ogni giorno a polemizzare per aizzare l’opinione pubblica. Questo non è volere bene alla città. Questo è strumentalizzare le situazioni, i problemi che sono fisiologici nelle grandi opere, per fare una politica di bassissimo cabotaggio. La diga si farà, se ne facciano una ragione, perché la città ha bisogno della diga. La diga libererà anche tanti nuovi spazi e potremo fare tante nuove qualificazioni. Qui, si vede la differenza tra chi le cose le vuole portare in fondo e chi fa solo polemiche e dice dei sì perché davanti all’opinione pubblica non può dire di no, ma sa perfettamente che poi le cose non le farà, perché non è in grado di farle, perché a monte ha solo divisioni e differenze».