Prima l’aumento del numero degli assessori, che dovrà avvenire con provvedimento di legge nazionale, poi eventualmente la nomina dei sottosegretari regionali. Lo ha precisato, secondo quanto riporta l’agenzia Dire, il presidente della Regione Liguria, Marco Bucci, parlando con i giornalisti nella pausa del Consiglio regionale che sta esaminando, in prima lettura, il disegno di legge di riforma dello Statuto regionale.
«Tra due mesi – ha detto il governatore – spero ci siano già gli assessori in più. Punto prima agli assessori che non ai sottosegretari. Se arrivano gli assessori in più, non è detto che facciamo anche i sottosegretari perché potremmo non averne bisogno. Magari solo uno».
Secondo Bucci l’introduzione di nuovi assessori sarebbe «Più logica e lineare per quanto riguarda la capacità di intervenire direttamente. Se non arriveranno, useremo i sottosegretari».
Il presidente si augura che il via libera da Roma all’aumento del numero dei componenti della giunta arrivi entro la fine di aprile. «Però, non lo decido io. Per questo ci siamo portati avanti, prevedendo anche l’introduzione dei sottosegretari. Lo scopo è avere più persone che lavorino nell’esecutivo. A livello nazionale anche il centrosinistra concorda sul fatto che le persone siano troppo poche. In commissione parlamentare hanno votato tutti a favore all’aumento degli assessori, esclusi i 5 stelle, motivo per cui non l’hanno messo nel Milleproroghe. Qui, invece, si fa solo polemica strumentale».
Poco prima, intervenendo in aula nel dibattito generale sulla riforma, Bucci aveva sottolineato che «Il problema che abbiamo oggi è la legge Delrio, demagogia pura. Una legge che confonde chi viene eletto dai cittadini, i consiglieri regionali, da chi deve governare. Come se si dovesse governare di meno nelle regioni più piccole. È un’idiozia». Il suo obiettivo, ribadisce, è «Avere più persone che si occupino dell’esecutivo: abbiamo delle difficoltà enormi, anche solo di rappresentanza, con la povera assessora Simona Ferro che ha tantissime deleghe».
Bucci ribatte, poi, alle polemiche dell’opposizione e ricorda che «La giunta Burlando aveva 13 persone. Abbiamo cercato di parlare con il Pd della Liguria per ben tre volte cercando un accordo, ma è stato rifiutato. Scorretto e falso chi dice che non abbiamo cercato un confronto». Ancora, risponde alle domande di Andrea Orlando: «Non è la cosa principale da fare, perché le cose principali sono gli obiettivi: infrastrutture, sanità e lavoro. Ma è una cosa prioritaria perché è un mezzo. Quello che facciamo oggi non è un fine, ma un mezzo per raggiungerlo: potenziare l’esecutivo. Se si confonde il fine con il mezzo si fa un grosso pasticcio. Questa legge è necessaria per avere il minimo necessario per fare il nostro lavoro». E sul “todos caballeros” dell’ex ministro ribatte: «Non potete accusarci di essere “todos caballeros” e poi del fatto che io sia un uomo solo al comando. Le due cose non stanno insieme». Infine, a chi dice che è solo una distribuzione di poltrone, il governatore replica che «Non solo è abbastanza offensivo, è uno schema della vecchia politica che a noi non interessa».