Il presidente della Regione Liguria, Marco Bucci, ha bloccato il maxi progetto di riqualificazione ed efficientamento energetico per le torri di via Fieschi 15 e 17, a Genova, sede dell’Assemblea legislativa e diversi uffici regionali. Secondo quanto risulta all’agenzia Dire, con un provvedimento firmato lunedì scorso dal direttore generale, Nicola Giancarlo Poggi, la Regione ha revocato l’appalto integrato per l’affidamento della progettazione esecutiva e l’esecuzione dei lavori, che aveva una base di gara di quasi 44 milioni oltre oneri previdenziali e Iva. L’intervento sarebbe stato finanziato in buona parte con fondi Fesr.
La decisione di fermare tutto – scrive la Dire – è stata sollecitata dallo stesso governatore Bucci per non mettere a rischio il funzionamento degli uffici e del Consiglio regionale, che in caso di avvio dei lavori avrebbero dovuto essere temporaneamente traslocati. D’altronde, lo stesso appalto, a cui avevano partecipato due sole realtà (il salernitano Consorzio Itm, già attivo nella riqualificazione urbanistica del quartiere genovese di Begato, e la società genovese Cmci Italia), prevedeva la possibilità di revoca in qualunque momento, anche successivamente alla data di scadenza delle offerte, su indicazione dell’amministrazione regionale, a seguito dell’avvicendamento della stessa, senza peraltro che chi vi avesse partecipato potesse vantare alcun diritto riguardo alla mancata aggiudicazione.
Lo stesso progetto di riqualificazione era già stato oggetto di scontro, politico e non solo, alla fine del passato ciclo amministrativo regionale, quando sempre il direttore generale Poggi ne aveva approvato la fattibilità e prenotato le risorse a valere sui Fondi Fesr, nonostante buona parte della giunta uscente, allora guidata dal facente funzione Alessandro Piana, preferisse evitare l’approvazione di una spesa così ingente a legislatura di fatto conclusa. Anche perché, già qualche mese fa era chiaro che l’avvio dei cantieri avrebbe comportato parecchi disagi per i non pochi dipendenti pubblici dei due palazzi, non il massimo sia dal punto di vista dell’efficienza lavorativa in una fase delicata come quella del cambio di legislatura, sia dal punto di vista dei malumori verso l’amministrazione, allora uscente, adesso appena insediata.