In un contesto internazionale determinato dalle tensioni geopolitiche e che si prospetta ancora incerto, l’economia italiana vedrà una moderata accelerazione rispetto al 2023, con una crescita dell’1% nel 2024 e dell’1,1% nel 2025 (Istat, Prospettive per l’economia italiana 2024-2025). Nell’evoluzione dello scenario competitivo, le imprese dovranno continuare a investire e mettere in atto le proprie strategie di crescita che, tra le altre, sono guidate dal tema della sostenibilità. Integrare la sostenibilità, intesa in senso ampio, nelle strategie di crescita e agire come attori responsabili all’interno della società, nell’interesse degli stakeholder e dell’azienda stessa, significa per l’impresa investire su un aspetto che ormai è imprescindibile per rimanere competitivi e implementare l’attrattività del proprio business. È quanto emerso dall’intervento di Ernesto Lanzillo, Deloitte Private Leader delle aziende private, al convegno “La filiera della nautica: espressione di cultura e sostenibilità”, che si è svolto al Salone Nautico a cura di Bper Banca, in collaborazione con Unione Industriali Torino e Confindustria Nautica.
«Oggi – precisa Lanzillo – l’importanza data dalle imprese alla sostenibilità è testimoniata dal fatto che è un elemento presente nelle strategie aziendali. Infatti, come emerge da un recente studio di Deloitte condotto a livello globale su oltre 2.100 top manager (Deloitte, CxO Sustainability Report 2024), nelle organizzazioni gli sforzi legati alla sostenibilità stanno diventando centrali e c’è una forte attenzione alla trasformazione dei modelli aziendali e all’integrazione di considerazioni sulla sostenibilità in tutte le operation. Circa la metà delle aziende intervistate (45%) sta trasformando i propri modelli aziendali per affrontare il cambiamento climatico e pone la sostenibilità come elemento cardine della propria strategia, dimostrando un forte impegno nell’integrarla nelle principali funzioni aziendali. Inoltre, per oltre una azienda su tre (35%) le considerazioni sulla sostenibilità sono state incorporate in tutta l’organizzazione e, sebbene questi sforzi non abbiano ancora un impatto sul modello aziendale principale, ciò indica comunque un riconoscimento diffuso dell’importanza della sostenibilità».
Tutte le imprese, a prescindere dalla propria dimensione, sono pertanto chiamate a rispondere dell’impatto della propria attività e convergere verso scelte di consumo e investimento più orientate alla responsabilità ambientale, sociale e di governo.
Secondo Lanzillo, «Guardando alle pratiche sostenibili all’interno del contesto italiano, Istat (Istat, Pratiche sostenibili nelle imprese nel 2022 e le prospettive 2023-2025) rileva che in Italia quasi sette imprese manifatturiere su dieci hanno dichiarato di essersi impegnate nel corso del 2022 in azioni per la sostenibilità (66,5%). Si tratta principalmente di azioni legate alla tutela ambientale (55,6%) e alla sostenibilità economica e di governance (il 56,1%). Dall’analisi risulta però che le piccole imprese che hanno intrapreso azioni di sostenibilità sono la metà (43,6%) rispetto a quelle di maggiori dimensioni (86,9%). Inoltre, su tutte le tre dimensioni della sostenibilità (ambientale, sociale, economica/governance), le aziende piccole sono meno ingaggiate rispetto alle grandi imprese. Guardando allo specifico delle azioni di sostenibilità economica e di governance, circa tre piccole imprese su dieci (32,7%) risultano coinvolte in questa dimensione della sostenibilità, in particolare con investimenti sulla digitalizzazione, la formazione professionale e l’r&d. In prospettiva, il loro ingaggio su questi aspetti tende al miglioramento: le intenzioni delle piccole imprese manifatturiere nel periodo 2023-2025 registra un crescente interesse nelle medesime aree in cui attualmente tali realtà investono (digitalizzazione, formazione e r&d)».
In conclusione «Queste aree d’investimento mettono in evidenza come il possedere un approccio sostenibile diventi sempre più cruciale e si connetta alla creazione di valore generale per l’impresa. Valore inteso non solo in termini di brand building e reputazione, ma anche di business, poiché favorisce l’ideazione e l’adozione di nuovi prodotti e modelli di business, rivelandosi motore per l’innovazione e per una più solida cultura aziendale. Partendo dalle intenzioni positive rispetto al prossimo futuro, ci si attende quindi che le pmi migliorino il proprio approccio alla sostenibilità sotto tutti i punti di vista, sia in termini di impatto ambientale, sia di impatto sociale, sia in termini di governance. Il presidio di tutte le tre componenti della sostenibilità (Environmental, Social, Governance) consente alle aziende di avere dei fondamentali, in grado di garantire una crescita che va oltre il processo e il prodotto e considera anche gli aspetti sociali e lo sviluppo della governance e della cultura imprenditoriale».