Dopo la fumata nera di ieri sull’ex Ilva, sale la preoccupazione per il futuro degli stabilimenti siderurgici e dei suoi lavoratori.
L’assessore regionale allo Sviluppo economico e all’Industria di Regione Liguria Alessio Piana parla di “apice di una gestione disastrosa” e dopodomani, 11 gennaio, andrà a Roma per incontrare il ministro alle Imprese e al Made In Italy Adolfo Urso.
“Il disimpegno di Mittal – dichiara Piana – manifestato nell’incontro con il Governo per il futuro dell’ex Ilva, ora Acciaierie d’Italia, è l’apice di una gestione disastrosa dell’azionista di maggioranza che ha sempre destato preoccupazione e che, oggi più che mai, impone un deciso intervento pubblico a tutela dell’occupazione e della siderurgia italiana. Giovedì a Roma incontrerò il ministro alle Imprese e al Made In Italy Adolfo Urso, anche per rappresentargli la situazione genovese che coinvolge un migliaio di lavoratori. Ci auguriamo che il difficile lavoro di tessitura che da tempo impegna l’esecutivo possa presto tradursi in risultati concreti per la salvaguardia occupazionale, la sicurezza degli impianti e il rilancio dell’intera filiera dell’acciaio, ancora oggi strategica per l’economia del Paese”.
Preoccupazione anche da parte del deputato ligure Pd Luca Pastorino che sollecita un immediato intervento dello Stato: “Dopo la notizia di oggi del rifiuto di Mittal all’aumento di capitale pubblico in Acciaierie d’Italia, è chiaro come il problema ex-Ilva sia stato sottovalutato o non ci sia stata la necessaria consapevolezza su quello che stava accadendo. I lavoratori chiedono banalmente garanzie e sicurezza del loro posto di lavoro, peraltro in un settore strategico per l’Italia come la siderurgia e questa è stata la risposta: un fallimento del governo Meloni e del ministro Urso”.
“Oggi è successa una cosa che non doveva accadere – rimarca -. Stupisce il fatto che dopo tanti incontri si sia arrivati a questo: viene da pensare che le interlocuzioni precedenti o non siano state sufficienti o non ci siano state affatto. Sono un ottimista e dunque mi auguro che ci sia un piano B e che finora non ce l’abbiano fatto vedere. Serve subito l’intervento certo dello Stato per poi spiegarci qual è la strategia futura, anche attraverso i capitali di un nuovo soggetto estraneo”, conclude Pastorino.