Intesa Sanpaolo ha sviluppato un nuovo metodo per misurare e valorizzare i benefici che i progetti delle organizzazioni del terzo settore apportano nelle comunità in cui operano, una necessità messa in evidenza dagli enti per “farsi riconoscere” dagli altri soggetti, sia pubblici che privati, e per comunicare il proprio impatto.
Il nuovo modello di misurazione dell’impatto sociale è stato al centro dei temi affrontati dal
roadshow “Diamo voce all’impatto” promosso da Andrea Lecce (in foto), responsabile della direzione Impact, la struttura che all’interno della Divisione Banca dei Territori, guidata da Stefano Barrese, si dedica all’economia del bene comune.
Il roadshow, che ha preso il via da Genova lo scorso 13 marzo, ha concluso le sue 12 tappe in altrettante città italiane da Nord a Sud del Paese: quasi 400 soggetti di realtà diverse incontrati tra clienti e stakeholder, 300 persone della rete commerciale terzo settore coinvolte. Questo il bilancio di un tour che, oltre a essere stato un’opportunità di confronto con le vere e proprie eccellenze che operano con generosità e intraprendenza per il bene comune, ha altresì consentito di raccontate la visione e le iniziative del Gruppo bancario volte a valorizzare l’economia del non profit.
Le nuove metriche di valutazione dell’impatto sociale di Intesa Sanpaolo, messe a punto con il coinvolgimento di Fondazioni, Università e organizzazioni di rilevazione statistica, hanno trovato pieno riscontro nei feedback raccolti durante il roadshow.
L’obiettivo dell’iniziativa è di misurare e valorizzare i benefici che i progetti delle organizzazioni del terzo settore apportano nelle comunità in cui operano, una necessità messa in evidenza dagli enti per “farsi riconoscere” dagli altri soggetti, sia pubblici che privati, e per comunicare il proprio impatto.
L’idea è nata dai gestori terzo settore, che, nella loro attività quotidiana e servendo migliaia di clienti, hanno compreso quanto fosse limitante e non rappresentativo del valore del non profit utilizzare strumenti di misurazione meramente economici. Durante il roadshow è infatti emersa anche la valenza dei nuovi modelli di relazione tra il settore e la Banca, basati non solo sul sostegno finanziario ma anche su consulenza, formazione, valutazione qualitativa.
Andrea Lecce spiega: «Il nostro Paese ha un bisogno vitale di tutta l’energia che può essere sprigionata dal non profit: settore fondamentale per il bene della collettività così come per l’economia, e che può davvero fare la differenza anche nelle sue forme più spontanee. Molte organizzazioni hanno visione, idee di grande portata, persone competenti nel proprio campo, ma necessitano di un approccio più strutturato. Come Banca abbiamo la responsabilità di affiancarli, irrobustendo l’attività di consulenza qualificata su progetti, business plan, valutazioni economico-finanziarie, piani di comunicazione. Al contempo continueremo a lavorare affinché un numero sempre più ampio di imprese sociali abbiano accesso al credito, correlandolo all’impatto generato. Non ultimo, sosterremo il terzo settore nel creare collaborazioni fruttuose con le amministrazioni pubbliche, con il mondo della filantropia e con imprese profit orientate alla creazione di valore sociale, ma anche continuando a fare ricorso alle donazioni.»
Per una valutazione prospettica dell’impatto sociale e/o ambientale dei progetti delle organizzazioni non profit è stato chiesto a un campione molto ampio e rappresentativo delle imprese sociali finanziate tra gennaio e dicembre 2022 di compilare un questionario ex-ante quanti-qualitativo, denominato Rilevatore d’impatto (Rim), con una serie di indicatori trasversali a cui si affiancano indicatori di settore per valorizzare l’impatto specifico conseguente al tipo di attività svolta (es. cultura, sport, welfare).
L’elaborazione dei dati raccolti ha consentito di stimare l’impatto delle iniziative finanziate nel 2022 per un anno di operatività a pieno regime, fornendo suggerimenti utili per costruire una rendicontazione complessiva e sistematica della rilevazione dell’impatto, in coerenza con la missione della Direzione Impact e dell’ambizione di Gruppo (impact bank).
Tra le principali evidenze:
- il finanziamento deliberato da Intesa Sanpaolo è stato ritenuto determinante (48% del totale) o utile (48% del totale) per perseguire gli obiettivi di impatto sociale o ambientale;
- l’82% delle organizzazioni sostiene di aver migliorato le proprie capacità gestionali grazie all’interazione con la Banca;
- in media, le iniziative finanziate entreranno in piena operatività entro 9 mesi dall’ottenimento del finanziamento. Circa il 48% del totale raggiungerà la piena operatività entro un solo anno, solo il 4% del totale dopo 3 o più anni;
- le iniziative finanziate genereranno impatti, in media, per 6 anni e 5 mesi. Il 47% del totale potrà generare impatti per 10 o più anni a partire dal momento in cui diventeranno operative, il 34% del totale per meno di 5 anni;
- a regime, i beneficiari delle iniziative saranno circa 2,7 milioni;
- oltre 22 mila posti di lavoro saranno creati nelle organizzazioni finanziate e altri 31 mila per effetto indiretto sulle comunità di riferimento (es. integrazione lavorativa di persone che hanno ricevuto formazione professionale);
- più di 1.000 i nuovi volontari che verranno impiegati da tutte le organizzazioni finanziate;
- 34.000 persone riceveranno assistenza in emergenze;
- 17.000 giovani riceveranno istruzione e formazione al lavoro;
- 44.000 persone riceveranno assistenza sanitaria a cui non potevano accedere;
- 3.000 eventi culturali saranno supportati, 2.300 eventi sportivi vedranno la luce;
- 1.000 tonnellate di rifiuti e 884 tonnellate di CO2 non verranno prodotti.
In futuro l’analisi ex-ante potrà essere affiancata da un’analisi ex-post, utilizzando gli stessi indicatori così da poterli verificare e confermare, approccio che consentirebbe di rendere più affidabili le future analisi exante. Saranno inoltre definiti Kpi specifici per le iniziative di crowdfunding.
Questa ulteriore declinazione della valutazione d’impatto costituirà un ulteriore rinforzo del posizionamento del Gruppo Intesa Sanpaolo come “impact bank” e leader europeo nella finanza sostenibile.