Cittadinanzattiva ha realizzato nelle scorse settimane una indagine per fornire un quadro della situazione dei tempi d’attesa per 6 diverse tipologie di visite specialistiche ed esami diagnostici (visita cardiologica, ginecologica, pneumologica, oncologica, ecografia addominale, mammografia) in 12 grandi Asl di quattro Regioni tra cui la Liguria (Asl 1, Asl 3 e Asl 5). I dati sono aggiornati alla prima settimana di luglio.
L’indagine mette in evidenza una serie di picchi negativi: per una visita cardiologica con priorità D (entro 30 giorni), nell’Asl 1 imperiese si registrano tempi di attesa pari a 159 giorni; per una mammografia con priorità P (da svolgere entro 120 gg), nell’Asl 5 spezzina si arriva ad attendere 253 giorni; per un’ecografia addominale completa con priorità D (entro 60 gg), nell’Asl 3 – Area metropolitana di Genova si registrano addirittura tempi di attesa pari a 270 giorni, quasi cinque volte superiori a quelli previsti dalla legge.
Altre criticità riscontrate: nell’Asl 1 per l’ecocolordoppler con priorità D si attendono 318 giorni rispetto ai 30 massimi previsti dalla legge, 301 i giorni di attesa per la colonscopia sempre priorità D; nell’Asl 5 si registrano criticità per la colonscopia (tempi registrati di 242 giorni per prestazione con codice B, 350 giorni per la categoria D e 546 per la categoria P); nell’Asl 3 (area metropolitana Genova), si registrano criticità per la risonanza magnetica encefalo (per il codice D, i tempi registrati sono di 221 giorni rispetto ai max 30 previsti), e la visita medicina fisica e riabilitativa (tempi di 209 giorni rispetto ai 60 previsti per le visite con codice D).
Cittadinanzattiva nelle scorse settimane ha avviato anche una istanza di accesso civico presso le Regioni per conoscere i dati relativi alle prestazioni sanitarie erogate in regime pubblico e in intramoenia, e verificare gli eventuali provvedimenti messi in atto dalle amministrazioni laddove sia stato superato il limite previsto dal Piano nazionale di governo delle liste di attesa nel rapporto tra le due attività.
Il resoconto puntuale dell’istanza sarà reso noto nelle prossime settimane. Particolarmente allarmante il quadro della Campania, dove la stessa Regione segnala che il numero di prestazioni erogate nel canale pubblico è inferiore, per tutti gli esami e le visite monitorate, a quelle erogate in intramoenia, e questo vale presso tutte le Aziende ospedaliere.
“In alcune situazioni l’intramoenia − scrive Cittadinanzattiva − insieme al pronto soccorso, è diventata per paradosso la principale porta di accesso dei cittadini al Servizio sanitario nazionale, rallentato da tempi di attesa troppo lunghi. Siamo dunque di fronte a un uso distorto di quella che dovrebbe essere una possibilità di scelta per il cittadino, e non una necessità”.
La replica di Alisa
Alisa, Agenzia ligure sanitaria, replica: “Vanno chiariti alcuni elementi che non emergono dal report di Cittadinanzattiva: le agende sono in continuo aggiornamento, per cui, specie per le visite differibili e programmabili, la possibilità di prenotare una prestazione può nel giro di qualche giorno cambiare e l’attesa ridursi sensibilmente. Tra i casi presi in esame dal report, si può citare il caso della visita cardiologica (priorità D, 30 giorni) che in Asl 1 viene indicata disponibile a 159 giorni, ma nell’ultimo report del 25 luglio, il tempo d’attesa scende addirittura a soli 2 giorni”.
Inoltre Alisa evidenzia un altro elemento da considerare: “La possibilità di ottenere la prestazione in un territorio diverso da quello della propria Asl, riducendo il tempo d’attesa: nel report viene citata una attesa superiore a quanto previsto per la mammografia con priorità P, ma la stessa prestazione è prenotabile in Asl 4 entro i termini previsti. Discorso analogo può essere effettuato per l’ecografia addominale con priorità D (che a Genova supera i tempi d’attesa, ma nelle Asl 2 e 4 rientra abbondantemente nei limiti previsti). I cittadini in questi casi possono quindi ridurre l’attesa, prenotando la prestazione nel territorio confinante. Utilizzando il portale Prenoto Salute, queste possibilità sono chiaramente individuabili”.
Infine Alisa ricorda che ogni Asl ha a disposizione un servizio dedicato di recupero prestazioni, attraverso il quale (con una mail o il numero verde presenti sul sito dell’azienda sanitaria) è possibile richiedere la presa in carico diretta, nel caso in cui i tempi d’attesa non rientrino nei limiti previsti.