Il Comune di Genova, attraverso la Direzione idrogeologica e geotecnica, espropri e vallate (Digev), ha consegnato al raggruppamento temporaneo di imprese Tassistro Gian Bruno srl / Eso Strade srl il primo lotto di lavori di riqualificazione e valorizzazione dell’acquedotto storico della val Bisagno.
I lavori, finanziati dal ministero della Cultura con i fondi del Piano nazionale per gli investimenti complementari al Pnrr – programma D.1 Piano degli investimenti strategici sui siti del patrimonio culturale, edifici e aree naturali, riguarderanno il ripristino dei tratti più critici dell’acquedotto storico, al fine di renderli percorribili in sicurezza dagli escursionisti, nel tratto tra via delle Ginestre e Molassana.
Il primo lotto di interventi si inserisce nel più ampio programma di conservazione, riqualificazione e promozione turistica dell’intero percorso dell’acquedotto storico di Genova, che vede impegnata l’amministrazione comunale, sempre attraverso l’ufficio riqualificazione e valorizzazione del territorio montano della direzione Digev, anche nella progettazione di un secondo lotto.
La consegna anticipata consentirà di avviare i lavori propedeutici per le zone interessate (via delle Ginestre a monte dei civici 41, 43 e 45, località Molini di Trensasco e Ca’ de Rissi) ed elaborare la progettazione esecutiva.
«Con l’assegnazione di questo primo lotto di lavori, in anticipo rispetto ai tempi, parte ufficialmente la fase operativa del lungo percorso a cui stiamo lavorando ormai da anni, in sinergia con il Municipio IV Media Val Bisagno, altri enti e le preziose associazioni del territorio, per la rinascita dell’acquedotto storico della val Bisagno – dichiara il vicesindaco e assessore ai lavori pubblici Pietro Piciocchi – Un monumento itinerante che vogliamo trasformare in una delle principali attrazioni turistiche della città, da mettere a sistema con il circuito dei forti i cui lavori di riqualificazione e recupero sono già partiti da qualche tempo, per arrivare a offrire a genovesi e visitatori un’incredibile opportunità di vivere e rivivere il nostro immediato entroterra e le sue bellezze storiche, architettoniche, paesaggistiche e botaniche. Voglio ringraziare gli uffici del Comune di Genova e in particolare la Direzione idrogeologica e geotecnica, espropri e vallate, per avere elaborato progettualità di altissimo livello che, una volta messe a terra, faranno dell’acquedotto storico un percorso accessibile a tutti, immerso nel verde e di enorme fascino storico, naturalistico e culturale».
«La valorizzazione dell’acquedotto storico è un intervento atteso da anni e che finalmente la nostra amministrazione avvia, restituendo ai genovesi, agli appassionati di outdoor e ai visitatori del nostro bellissimo entroterra un circuito naturalistico, mix di storia e paesaggi unici, a pochi passi dal centro città – commenta il consigliere delegato in materia di tutela e sviluppo delle vallate Alessio Bevilacqua – I lavori sono il frutto di un importante percorso portato a termine in questi mesi con tutti i soggetti che gravitano attorno all’acquedotto storico, tantissimi volontari, e con la Sovrintendenza: unite le forze con l’obiettivo comune di fare diventare l’acquedotto una meta sicura e fruibile per tutti, abbiamo raggiunto un risultato davvero importante che connota l’impegno di questa amministrazione nella tutela e valorizzazione delle vallate come volano di sviluppo economico per l’entroterra».
I contenuti del progetto – illustrato nel corso del convegno “Interventi per la riqualificazione del territorio collinare genovese” che si è svolto lo scorso 16 giugno presso il salone di rappresentanza di Palazzo Tursi – mirano a preservare, consolidare e valorizzare la struttura dell’acquedotto storico della val Bisagno, rendendola percorribile in sicurezza grazie ad interventi di tipo strutturale (consolidamento del manufatto storico e costruzione di nuove passerelle pedonali) e geotecnico (ingegneria naturalistica, stabilizzazione dei versanti e delle scarpate). Interventi che tengono conto della duplice natura dell’Acquedotto di bene monumentale e percorso pedonale.
Il dettaglio del primo lotto dei lavori
In particolare, il tratto a monte dei civici 41, 43 e 45 di via delle Ginestre vedrà i seguenti interventi:
- palificata viva in legname a doppia parete
- sistemazione sentiero esistente in terra e ghiaia ben costipata
- regimazione acque
- sostituzione parapetto ammalorato
- ripristino muro a secco in pietrame lato monte
- superamento barriera architettonica esistente.
Sempre in via delle Ginestre, il tratto a monte del civico 33 sarà interessato dai seguenti lavori:
- sistemazione del sentiero in terra e ghiaia ben costipata
- regimazione acque
- inserimento nuovo parapetto
- sottomurazione in pietra locale a spacco e cemento con giunti a vista “a secco” per il consolidamento strutturate di due arcate parzialmente crollate.
Il tratto di Acquedotto Storico in località Molini di Trensasco sarà oggetto di tali interventi:
- regimazione del tratto in frana dell’affluente del rio Trensasco con scogliere in massi ciclopici cementati
- muro su micropali a contenimento della frana e a sostegno del camminamento sul corpo di frana costituito da un sentiero in terra e ghiaia ben costipata
- passerelle pedonali metalliche per ripristinare la continuità fisica del percorso
A ciò si aggiungeranno accorgimenti progettuali per un inserimento ottimale nel contesto naturale e paesaggistico quali:
- passerelle pedonali opportunamente rifinite
- spalle delle due nuove passerelle in calcestruzzo armato. rinzaffato e altezza fuori terra delle spalle ridotta al minimo
- pile in reticolato metallico (leggerezza e permeabilità visiva)
- opere strutturali (cordoli e muro su micropali) mascherate dall’arginatura in massi ciclopici e dai relativi riempimenti
- pulizia verde con piantumazione di specie arbustive autoctone
Sempre nel tratto di Molini di Trensasco, è previsto il consolidamento strutturale dei monconi della porzione di Acquedotto Storico parzialmente crollata attraverso:
- nel moncone di ponente, la ricostruzione puntuale con sottomurazione della porzione di muratura franata
- nel moncone di levante, la realizzazione di fondazione in monoblocco di pietra e inserimento di catene in acciaio nella muratura, oltre al ripristino delle parti incoerenti delle testate dei monconi mediante tecnica cuci-scuci.
Infine, in località Ca’ de Rissi, sarà realizzato un intervento strutturale di “ricucitura” dell’attuale interruzione del percorso attraverso la messa in opera di:
- una passerella pedonale metallica per ripristinare la continuità fisica del percorso
- pedane di raccordo tra la passerella e l’Acquedotto
- una struttura in carpenteria metallica a sostegno della passerella di collegamento
- fondazioni in calcestruzzo armato delle pile per le parti interrate non a vista.
Il piano di riqualificazione e valorizzazione dell’acquedotto storico
Più in generale, il piano di riqualificazione e valorizzazione dell’acquedotto storico della val Bisagno punta a traguardare obiettivi strategici quali:
- il contrasto allo stato di abbandono e di degrado del territorio
- il ritorno dell’interesse culturale ed economico sull’entroterra genovese
- la riappropriazione dell’identità culturale legata alla storia, all’evoluzione sociale e urbanistica, alle testimonianze monumentali genovesi
- rendere l’Acquedotto Storico una delle attrattive di riferimento del turismo del genovesato
- la messa a sistema con il progetto complementare di collegamento delle Fortificazioni genovesi con sentieristica attrezzata e collegamenti con la città e le varie vallate circostanti.
Il percorso preso in esame nel quadro del piano di valorizzazione dell’acquedotto fa parte dell’itinerario complessivo originariamente di oltre 40 km e si sviluppa sul versante destro orografico della val Bisagno: da via delle Ginestre (a monte del quartiere di Staglieno) verso nord-est fino a Molassana e verso est fino a Prato, per proseguire fino a Cavassolo.
Il tracciato attraversa numerose valli laterali – tra cui quelle dei rivi Consasca, Torbido, Geirato, Trensasco, Cicala e Veilino – e vede la presenza di importanti manufatti architettonici, diversificati per epoca e funzione, quali ad esempio il ponte Sifone sul Geirato a Molassana e sul Veilino a Staglieno, case dei filtri, lavatoi, edifici rurali, mulini e mulattiere di collegamento.