L’economia del mare in Europa vale quasi 176 miliardi di euro in termini di valore aggiunto e l’Italia occupa il terzo posto a livello europeo per ricchezza prodotta (13,5%), dopo Spagna (18,8%) e Germania (16,8%). È quanto emerso dagli Stati Generali delle Camere di Commercio sull’Economia del Mare che si sono tenuti nei giorni scorsi a Roma.
L’iniziativa, organizzata da Unioncamere, Assonautica italiana e Blue Forum, ha chiamato a raccolta l’intero sistema camerale con l’obiettivo di collegare sempre meglio le esigenze delle imprese e le politiche di sviluppo nazionali dell’Economia del Mare.
All’evento hanno partecipato anche i ministri per la Protezione civile e per le politiche del mare, Nello Musumeci, e delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso.
Il percorso è iniziato nel 2013 con l’obiettivo di elaborare una strategia camerale comune relativa all’attivazione di una policy mirata alla blue economy. «L’economia del mare, soprattutto in un Paese come il nostro con oltre 7 mila km di coste, rappresenta un volano imprescindibile per la crescita economica − sottolinea il presidente di Unioncamere, Andrea Prete −. D’altronde nel settore operano oltre 220 mila aziende che danno lavoro a quasi un milione di occupati. Ed è anche un’economia giovane. Infatti, nel settore ci sono oltre 21 mila imprese capitanate da giovani, pari al 9,4% delle imprese blu, contro l’8,9% dell’intero tessuto imprenditoriale nazionale».
I dati citati provengono dal X Rapporto nazionale, realizzato nel 2022 dal Centro Studi Guglielmo Tagliacarne per conto di Informare. In totale le imprese in Italia attive nel settore dell’economia del mare nel 2021 erano 224.667 e pesavano per il 3,7% sull’economia nazionale.
La Liguria con le sue 16.784 imprese risultava la prima regione per incidenza della blue economy sul totale del tessuto imprenditoriale.
L’obiettivo delle Camere di Commercio è ricoprire un ruolo di riferimento nel sistema imprenditoriale italiano dell’economia del mare, quali facilitatori e interlocutori privilegiati delle istituzioni nazionali. «Le Camere di Commercio – ha sottolineato il presidente di Assonautica italiana Giovanni Acampora – nel corso degli anni, hanno sempre di più contribuito nelle proprie funzioni, a far sì che l’economia del mare si attestasse tra gli asset principali di sviluppo del nostro Paese. Avere finalmente un ministero per le politiche del Mare ci consentirà di dare concretezza a questa visione che per tanti anni abbiamo sostenuto e che metteva al centro il coordinamento delle politiche del sistema mare, in una visione unitaria, trasversale rispetto alle diverse filiere e fortemente orientata alle sinergie dei territori».
«Come sistema camerale continueremo a essere in prima linea, dando il nostro contributo al Governo, impegnato nella istituzione del Comitato Interministeriale per le politiche del mare e dei comitati tecnici, con l’obiettivo di scrivere insieme il Piano triennale del Mare − ha aggiunto Acampora −. Per questo abbiamo organizzato il 2° Summit Nazionale sull’Economia del mare Blue Forum, in programma a Gaeta dal 25 al 27 maggio 2023 e intitolato “Italia Nazione di Mare”, in cui, insieme a tutti i principali stakeholder del mare contribuiremo alla costruzione della strategia marittima dell’Italia».