La decisione della Banca del Giappone di modificare la soglia di tolleranza nell’oscillazione dei rendimenti dei titoli governativi nipponici a 10 anni, ampliandola dallo 0,25% allo 0,5%, interpretata dai mercati come la fine della politica monetaria ultra-accomodante dell’istituto ha prima mandato rosso le Borse asiatiche e poi ha frenato quelle europee che hanno chiuso contrastate. Milano segna +0,15%, Londra +0,13%, Madrid +0,68%, Parigi -0,35%, Francoforte -0,42%.
Poco mosso lo spread Btp/Bund a 216 punti (variazione -0,27%, rendimento Btp 10 anni +4,45%, rendimento Bund 10 anni +2,29%).
Piazza Affari è stata sostenuta dai titoli bancari che sul Mib occupano le prime posizioni: Bper +4,48%, Banco Bpm +4,13%, Unicredit +4,02%, Intesa Sanpaolo +2,02%. In coda Campari (-3,19%).
Poco mosso il prezzo del petrolio (future del Wti gennaio +0,2% a 75,2 dollari al barile e quelli del Brent febbraio +0,1% a 79,42 dollari). Prezzi del gas ancora in calo dopo l’accordo nell’Ue per fissare un price cap a quota 180 euro/Mwh. Ad Amsterdam -1,7% nel finale a 106,6 euro al megawattora il future scadenza gennaio.
La mossa della banca centrale giapponese ha spinto lo yen, che ha guadagnato più del 3,5% sulle principali valute, risollevandosi dai minimi in trent’anni e riportandosi al massimo da agosto su dollaro (131,252 il cambio dollaro/yen) e sull’euro (139,488 euro/yen).