«Non credo che nel 2023 si possa ancora ipotizzare che, in un’acciaieria come quella di Cornigliano, possano lavorare più di 2.000 persone, anche perché molti processi sono stati automatizzati. Avere un’area così immensa che impiega così poca forza lavoro diventa un problema». Queste le parole del viceministro delle Infrastrutture Edoardo Rixi − riprese dall’Agenzia Dire − sull’ipotesi di conversione di una parte delle aree ex Ilva a Genova, secondo la manifestazione di interesse presentata nei giorni scorsi dal sindaco Marco Bucci.
«Naturalmente, bisogna capire come utilizzare le maestranze in modo che un eventuale cambiamento di alcune aree possa consentire anche la ricollocazione di chi oggi lì lavora − ha detto Rixi −. L’accordo di programma è del 2005 e credo che la revisione vada fatta con le parti che l’avevano sottoscritto allora, per cui il ministero che rappresento è più spettatore che parte attiva. Ma un ripensamento va fatto visto che quell’accordo di programma non è mai stato sviluppato a pieno, visto che prevedeva sia volumi di produzione che di occupazione mai realizzati».
«C’è una proprietà che sta ritardando determinati investimenti, c’è la necessità di avere l’intero ciclo dell’acciaio nel nostro Paese, ma c’è la necessità anche, in un’area congestionata come quella genovese, di mettere a frutto ogni metro quadrato per generare ricchezza e occupazione. Credo che sia giusto quello che ha fatto il sindaco, mettendo sul piatto le richieste e l’appetibilità di determinate aree per spingere il governo e il ministero dell’Economia e dello Sviluppo economico a fare scelte che potrebbero rappresentare un cambiamento dell’accordo di programma», ha dichiarato il ministro.