Nel mese di ottobre la Liguria è al secondo posto per aumento dell’inflazione con una variazione del +13,8%, due punti percentuali sopra alla media nazionale.
I dati sono forniti dall’Istat che ha rilevato un aumento dell’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (nic) del 3,4% su base mensile e dell’11,8% su base annua (da +8,9% del mese precedente).
Sono per lo più i beni energetici, sia quelli regolamentati sia quelli non regolamentati, a spiegare la straordinaria accelerazione dell’inflazione di ottobre 2022. Anche i prezzi dei beni alimentari (sia lavorati sia non lavorati) continuano ad accelerare, in un quadro di tensioni inflazionistiche che attraversano quasi tutti i comparti merceologici (frenano solo i servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona).
È necessario risalire a giugno 1983 (quando registrarono una variazione tendenziale del +13,0%) per trovare una crescita su base annua dei prezzi del “carrello della spesa” superiore a quella di ottobre 2022 e a marzo 1984 (quando fu +11,9%) per una variazione tendenziale dell’indice generale nic superiore a +11,8%.
A ottobre l’inflazione nelle diverse ripartizioni geografiche è più alta di quella nazionale nelle isole (in accelerazione da +10,2% a +14,2%) e nel Nord-Est (da +9,4% di settembre a +12,0%), mentre si posiziona al di sotto nel Centro (da +8,6% a +11,6%), nel Sud (da +8,8% a +11,5%) e nel Nord-Ovest (da +8,2% a +11,3%).
Come detto la Liguria fa eccezione, posizionandosi − con il +13,8% − non solo sopra tutte le altre regioni del Nord-Ovest ma anche delle altre, restando solo sotto al dato registrato in Sicilia (14,4%).
Nei capoluoghi delle regioni e delle province autonome e nei Comuni non capoluoghi di regione con più di 150 mila abitanti l’inflazione più elevata si osserva a Catania (+15,6%), Palermo (+14,9%) e Messina (+14,1%).
Per quanto riguarda la Liguria, Genova registra un +13,4%: è quinta tra le grandi città italiane, prima tra quelle del Nord Ovest. Le variazioni tendenziali più contenute si registrano a Potenza (+9,1%) e Aosta (+8,7%).
L’accelerazione della crescita tendenziale dei prezzi al consumo a ottobre si deve prevalentemente a quella straordinaria dei prezzi di abitazione, acqua, elettricità e combustibili (da +32,1% a +57,0%), sostenuta soprattutto dai beni energetici che sono inclusi in questo comparto merceologico, e, in misura minore, all’accelerazione dei prezzi dei prodotti alimentari e bevande analcoliche (da +11,7% di settembre a +13,5%), di abbigliamento e calzature (da +2,5% a +3,0%) e di mobili, articoli e servizi per la casa (da +6,5% a +7,0%), con i prezzi delle comunicazioni che registrano una flessione meno ampia (da -3,0% a -2,4%).
Tale dinamica è stata solo in parte compensata dal rallentamento dei prezzi dei trasporti (da +9,5% a +8,1%) e dei servizi ricettivi e di ristorazione (da +8,0% a +7,6%).
In termini di contributi, l’inflazione è quindi dovuta principalmente ai prezzi di abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+6,180 punti percentuali), dei prodotti alimentari e bevande analcoliche (+2,484) e dei trasporti (+1,130). L’unico contributo negativo è quello dei prezzi delle comunicazioni (-0,062).