L’inflazione Usa ha rallentato in luglio (+8,5% sull’anno, meno dell’8,7% atteso dagli analisti e del 9,1% di giugno) e la notizia, che riduce il timore di mosse più aggressive sui tassi da parte della Federal Reserve a settembre, ha spinto al rialzo le Borse europee e i titoli di Stato mentre l’euro è tornato ai massimi da oltre un mese nei confronti del dollaro. L’indice d’area Stoxx 600 guadagna lo 0,89%, Francoforte segna +1,23%, Parigi +0,52%, Londra +0,25%, Madrid +0,49%, Milano +0,95%. Lo spread Btp/Bund si è attestato a 211 punti (variazione +0,92%, rendimento Btp 10 anni +2,98%, rendimento Bund 10 anni +0,87%).
A Piazza Affari sono andati bene soprattutto i titoli industriali (Prysmian +3,95%, Iveco +3,9%, Stm +3,39%, Interpump +3,08%, Pirelli +2,40%), in calo i petroliferi (Tenaris -1,08%, Eni – 0,59%,) Telecom (-0,9%), A2A -0,84%, Banco Bpm (-0,78%).
In ribasso il petrolio a causa sia della riapertura dell’oleodotto che dalla Russia porta il greggio nell’Europa dell’Est sia del forte incremento delle scorte petrolifere americane: il Brent nella consegna ottobre nella consegna ottobre è tornato a 94,6 dollari al barile, mentre il Wti settembre è sceso a 89 dollari al barile. In rialzo del 6% i prezzi del gas naturale in Europa quotato a 204 euro al megawattora sulla piattaforma Ttf.
Il dollaro ha sofferto il dato sull’inflazione ed è arretrato di oltre un punto percentuale su tutte le principali divise: il cambio tra euro e dollaro èsalito a 1,0350 (1,0223 ieri sera). Dollaro/yen a 132,4, sterlina/dollaro a 1,225.