«L’emergenza pone ancora una volta all’attenzione del governo l’urgenza di modificare una legge vecchia di decenni, la n. 157 del 1992 sulla fauna selvatica. Oggi infatti si deve considerare il concetto di gestione della fauna selvatica rispetto a quello anacronistico di protezione, viste le presenze di selvatici sul nostro territorio. Fondamentale inoltre il rimborso dei danni subiti e che sta subendo il settore rurale e turistico-ricettivo a causa delle chiusure e, a questo proposito, il fattore tempo risulta determinante». Lo ha dichiarato il vicepresidente della Regione Liguria e assessore all’Agricoltura Alessandro Piana dopo l’incontro che si è svolto questa mattina a Rossiglione indetto da Cia-Agricoltori italiani nazionale alla presenza, con Piana, del presidente nazionale Dino Scanavino, e del commissario in pectore Angelo Ferrari. Una riunione a cui hanno partecipato, oltre ai sindaci della Liguria anche deputati e senatori, per confrontarsi tutti insieme sulle azioni inderogabili da adottare per far fronte ai danni dovuti alla peste suina e sulla necessità di predisporre adeguate risorse per fronteggiarla, oltre ai necessari ristori che il governo deve predisporre per far fronte ai fabbisogni del territorio.
«Dobbiamo ripartire dalla riperimetrazione della zona rossa – ha precisato Piana – escludendo dai divieti quanto prima le aree in cui non sono mai stati reperiti focolai o singoli casi infetti e liberare così i territori. E proprio i ristori e la liberazione dei territori saranno oggetto dell’audizione prevista domani, martedì 1 marzo, al Senato a cui prenderanno parte tutti i rappresentanti dei territori interessati»
Proprio nel cuore dell’area infetta dal virus della peste suina, a Rossiglione, stamattina 50 trattori e 500 agricoltori sono scesi in strada nella manifestazione nazionale indetta da Cia-Agricoltori Italiani, dopo i rincari i su tutte le materie prime, per dire “basta!” alla gestione attuale della fauna selvatica. Il decreto emanato dal Governo secondo la Cia è troppo blando, ostaggio di lentezze burocratiche e sprovvisto di risorse finanziarie.
«Con questa manifestazione a Rossiglione abbiamo voluto dimostrare quanto le conseguenze della peste suina siano gravi per la suinicoltura e per molte altre filiere operative sul territorio – sottolinea Aldo Alberto, presidente di Cia Liguria –. È un problema a livello nazionale, non solo ligure e piemontese. Le aree interne hanno bisogno di un sostegno continuo. Aspettiamo gli abbattimenti soprattutto nella zona rossa, non è sufficiente fare la recinzione. I cinghiali sono troppi, bisogna riportarli ad un numero accettabile». Secondo Cia bisogna proteggere il sistema produttivo di queste aree con un piano di abbattimenti selettivo che crei una zona “cuscinetto” e impedisca al virus di diffondersi, anche grazie al foraggiamento artificiale della fauna selvatica.
Per quanto riguarda i rincari, il gasolio agricolo necessario per le semine e il riscaldamento delle serre ha superato gli 1,10 euro al litro, mentre il mais, prodotto strategico per le filiere nazionali dei prodotti zootecnici, è aumentato del 25% si (186 euro/ton). Piove, dunque, sul bagnato sugli allevatori, già allo stremo per la trattativa bloccata da mesi con gli industriali, con cui si chiede l’aumento di 5 centesimi al litro sul prezzo del latte. Ma è tutto il sistema agricolo italiano a rischio default dopo la guerra ucraina, sottolinea Cia.
Franco Vazio, vicepresidente della Commissione Giustizia alla Camera riferisce: «Sono intervenuto nel dibattito per assicurare ai sindaci e agli operatori del settore la vicinanza e il sostegno del Pd. La peste suina, che colpisce la fauna selvatica e in particolare i cinghiali, mina alle fondamenta economia e strutture sociali del nostro territorio. Abbiamo un’evidente sovrappopolazione di cinghiali che sono il vettore della peste suina che va affrontata con decisione. Un’ emergenza postula l’uso di strumenti eccezionali: 1. Risarcimento dei danni e ristori; 2. Abbattimento selettivo dei cinghiali in grado di ridurre drasticamente il sovrappopolamento. Eventuali tentennamenti potrebbero essere fatali. Sono in discussione in Parlamento due provvedimenti che possono affrontare con decisione il tema, ai quali il Pd sta lavorando con grande intensità. Il tema cruciale non è quello di essere o meno animalisti, oppure favorevoli o contrari alla caccia, ma è quello di abbattere animali selvatici pericolosi. Ora, superando le differenti appartenenze, serve unità di intenti passando dalle parole ai fatti: subito risorse adeguate e norme efficaci».