Arrivare in dieci anni alla completa decarbonizzazione dello stabilimento di Taranto di Acciaierie d’ Italia con investimento complessivo di 4,7 miliardi di euro. È il piano industriale di Acciaierie d’Italia illustrato dal presidente Franco Bernabè e dall’ amministratore delegato Lucia Morselli oggi al Mise alla riunione convocata dal ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti a cui hanno partecipato il ministro del Lavoro Andrea Orlando, i governatori della Puglia Emiliano e della Liguria Giovanni Toti, i rappresentanti del ministero della Transizione ecologica e del ministro del Sud, i vertici dell’ azienda, Invitalia e i sindacati nazionali dei metalmeccanici.
Il piano si articolerà su 4 obiettivi che dovranno garantire nei prossimi anni la continuità produttiva attraverso il ritorno alla piena occupazione dei lavoratori entro il 2025, il raggiungimento della sostenibilità ambientale nella produzione di acciaio con il passaggio dal carbone all’ idrogeno e con l’ utilizzo di forni elettrici. Tutto ciò perseguendo gli obiettivi di sostenibilità economica per ottenere un prodotto competitivo sul mercato, per qualità e per costo, che consenta di raggiungere i livelli di crescita produttiva prevista in 8 milioni di tonnellate al 2025. Entro questa data gli investimenti in tecnologie innovative, alcuni già avviati, consentiranno già una riduzione di circa il 40% di CO2 e del 30% delle polveri sottili.
Il ministro Giorgetti ha dichiarato: «Il piano presentato è realistico ma non semplice. Il passaggio all’ idrogeno e la gestione e le conseguenze degli aspetti occupazionali hanno bisogno di tempo. Per questo e alla luce del fatto che il quadro delineato oggi è più complicato di quanto ci aspettassimo, serve fiducia e speranza da parte di tutti coloro che oggi siedono a questo tavolo. Il governo farà la sua parte, continuerà a lavorare con spirito Benveduti costruttivo mettendo ordine in un pacchetto di norme e di strumenti per gestire la transizione verso il green di un settore strategico quale quello dell’ acciaio».
«Convertire entro 10 anni l’intero assetto produttivo dell’ex Ilva alle tecnologie di ultimo grido, sia come efficienza che attenzione ambientale, per la produzione di acciaio – dichiara l’assessore allo Sviluppo economico della Regione Liguria Andrea Benveduti – è certamente un obiettivo sfidante e affascinante, che una moderna nazione deve perseguire. Al contempo, non possiamo non condividere le preoccupazioni sollevate dai sindacati circa le prospettive a breve e medio termine. I progetti sono molto complessi, con innumerevoli varianti, molte delle quali indipendenti dalla possibilità di governo da parte delle istituzioni. Occorre perciò riflettere con serenità e pragmatismo, in particolare sulla realtà genovese, su come sostenere l’occupazione dell’esistente e svilupparne di aggiuntiva, magari utilizzando parte delle importantissime aree che ragionevolmente si potranno continuare a ritenere inutilizzate».
La Regione Liguria ha chiesto e ottenuto un apposito tavolo per Genova per verificare l’impatto del nuovo piano industriale sulla realtà ligure con particolare riferimento ai livelli occupazionali e al possibile utilizzo delle aree per ulteriori iniziative di sviluppo.
Nel suo intervento, il presidente Toti ha sottolineato la particolarità e la peculiarità della situazione di Genova, regolata da un Accordo di Programma che ha forza di legge e che determina i livelli occupazionali dello stabilimento di Cornigliano, con l’utilizzo delle aree da parte dello stesso, insieme agli altri aspetti dell’impianto produttivo.