Ha preso il via la campagna ‘Vaccinati e Liberi’ per la ripartenza in sicurezza della Liguria, accompagnata dalle magliette ‘Adulto e vaccinato’, ideate da tre ragazzi genovesi durante la pandemia e indossate dal presidente della Regione Giovanni Toti e dal testimonial dell’iniziativa Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie Infettive dell’Ospedale Policlinico San Martino.
Sulla facciata del palazzo di piazza De Ferrari è stato srotolato uno striscione con scritto ‘Vaccinati e Liberi’ che rimarrà esposto fino al 7 giugno. Obiettivo dell’iniziativa, sensibilizzare i cittadini, soprattutto quelli ancora scettici, sull’importanza della vaccinazione per sconfiggere definitivamente il Covid-19.
Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti ha indossato anche una maglietta inventata da tre ragazzi genovesi per ricordare il bene del vaccino e raccogliere fondi per la Croce Rossa.
«Entro la fine di giugno – aggiunge Toti – sarà vaccinata oltre la metà della popolazione ligure con un Covid che ha un’incidenza inferiore ai 20-22 casi alla settimana ogni 100mila abitanti. A logica, penso che prima o poi dovremo togliere l’obbligo di indossare la mascherina all’aperto. Certamente non possiamo passare l’estate con la mascherina addosso a 40 gradi in un’Italia che sarà per lo più vaccinata».
Per quanto riguarda le prossime tappe della Campagna, il presidente della Regione spiega che «il generale Figiuolo ha chiesto di aprire le vaccinazioni a tutte le classi di età. Ma è chiaro che tutto dipende dalla mole dei vaccini: noi siamo pronti ad accelerare anche di molto sulla campagna vaccinale se arriveranno molti più vaccini. In Liguria lunedì, martedì e mercoledì, mantenendo un’apertura a scaglioni di qualche giorno, apriremo del vaccino a tutte le fasce di età, garantendo al nostro sistema informatico di lavorare sulle prenotazioni evitando lunghe attese. Certamente dobbiamo arrivare a tutti. Noi metteremo a disposizione tutti i vaccini per tutte le fasce di età, ma la prima cosa da mettere a disposizione è la consapevolezza che non c’è un vaccino che fa male».
«La libertà di tutti noi è direttamente proporzionale al numero di vaccini fatti – aggiunge Matteo Bassetti, direttore delle Malattie Infettive dell’ospedale San Martino di Genova – credo che adesso arrivi la fase più difficile, dopo aver vaccinato le persone più fragili a maggior rischio. Ieri abbiamo toccato l’1,1% di tamponi positivi: ora dobbiamo spiegare a tutti che nel momento in cui raggiungiamo il punto più basso dall’epidemia non è finita. È il momento in cui dobbiamo andare soprattutto dalle persone nelle fasce di età che si sono vaccinate meno, ovvero i sessantenni che pensano di avere oggi la sindrome di Superman, per dire loro che Superman non esiste. Esiste vaccinarsi, proteggersi e mettersi al sicuro dai danni che questa malattia può procurare. Nessuno deve sentirsi libero di potersi non vaccinare, perché chiunque può essere colpito. A chi in questi giorni ha suggerito di non vaccinare i ragazzi o i cinquantenni perché nessuno di loro è stato ricoverato, dobbiamo spiegare che la vaccinazione è fatta di due fasi: nella prima abbiamo messo in sicurezza le persone più fragili, che rischiavano più di altre di essere ospedalizzate e anche di morire, nella seconda fase dobbiamo mettere in sicurezza tutti gli altri perché il virus non circoli».
LE MAGLIE ‘ADULTO E VACCINATO’
L’idea è nata in piena pandemia, sulla spinta di un gruppo di ragazzi che volevano fare qualcosa per uscire da una situazione drammatica: «Adulto & Vaccinato è un progetto a scopo benefico il cui ricavato sarà devoluto alla Croce Rossa – ha spiegato Riccardo Rossi, fondatore dell’associazione – nasce dall’esigenza di sensibilizzare sull’importanza del vaccino come strumento di protezione e contrasto all’attuale emergenza sanitaria, dalla quale tutti siamo stati colpiti. Abbiamo pensato ad una maglietta con un design dedicato, ispirato dall’onda social dei selfie fatti dopo il vaccino: foto scattate da persone che come noi sentono il bisogno che il loro gesto, e il significato che ha, inizi a circolare e, possibilmente, a smuovere gli indecisi. Il progetto è nato quando Genova era in zona gialla. Da lì a pochi giorni sarebbero arrivate le prime dosi del vaccino e concordammo che il Paese il quel momento ci chiedeva di prenderci delle responsabilità proprio perché eravamo adulti e vaccinati. Immediatamente abbiamo pensato potesse essere uno slogan perfetto per una maglietta che creasse una sorta di comunità e la visibilità che ci ha dato il professor Bassetti ci ha dato la spinta definitiva per rendere reale la nostra idea».