Nuove e reciproche opportunità di investimento, scambi commerciali intensificati, possibilità di creare joint venture con aziende messicane per produrre oltre Oceano. Così Carlos Garcia de Alba Zepeda, ambasciatore del Messico in Italia, in questi giorni in visita a Genova, vede il futuro dei rapporti economici tra la Liguria e il suo Paese.
Chi è Carlos García de Alba
Originario di Guadalajara, Jalisco, Carlos García de Alba è nato il 14 giugno 1958. Si è laureato in Economia alla Universidad Autónoma Metropolitana, Unidad Xochimilco. Ha conseguito un master in Scienze Politiche e un dottorato di ricerca in Sociologia a Roma. È un diplomatico di carriera del ministero degli Affari Esteri dal 1987 e ha ottenuto il titolo di ambasciatore nel 2006. È stato l’ultimo diplomatico a comparire presso il Palacio de Xicoténcatl, sede storica del Senato del Messico, nell’aprile del 2011, quando venne ratificato come ambasciatore del Messico in Irlanda. È ambasciatore del Messico presso la Repubblica Italiana e concorrente in Albania, Malta e San Marino da giugno 2019.
Rapporti che, per ora, non sono particolarmente intensi: secondo un recente studio di Promos Italia, nel primo trimestre 2019 il valore dell’import/export tra Liguria e America Latina ammontava a 113,5 milioni di euro. Ma il Messico, dopo il Brasile, con 17,4 milioni di euro, è il secondo Paese per valore delle esportazioni liguri verso quest’area geografica. Tra gli obiettivi della visita dell’ambasciatore, anche quello di gettare le basi per riuscire a incrementare questi numeri.
Dopo gli incontri diplomatici di ieri con i rappresentanti del settore industriale e con le fondazioni Casamerica ed Edoardo Garrone, oggi l’ambasciatore si confronterà con il direttivo della Camera di Commercio e con il sindaco di Genova Marco Bucci. Domani sarà la volta di Università e Regione.
In Italia la comunità messicana è composta da circa 6 mila persone. I messicani che vivono in Liguria sono una settantina, di cui circa la metà a Genova.
«Un incontro molto al di sopra delle mie aspettative – spiega l’ambasciatore a Liguria Business Journal, riferendosi al tavolo con gli industriali – Liguria e Messico oggi non hanno grossi scambi economici, ma c’è un grande interesse da entrambe le parti, soprattutto a investire. Lo scambio di informazioni con il presidente Giovanni Mondini e con gli altri rappresentanti dell’industria ligure, tra cui Raffaella Orsero, è stato ricchissimo: credo che tornerò per approfondire meglio, mi sono reso disponibile per un nuovo incontro in presenza o eventualmente un webinar con gli associati e per un seminario di affari. Sono emersi molti settori che rappresentano una grande opportunità per gli imprenditori italiani».
Nafta sta per North American Free Trade Agreement. Si tratta di un accordo di libero scambio commerciale stipulato nel 1992 tra Usa, Canada e Messico, redatto sulla base del già esistente accordo tra Canada e Stati Uniti (Fta). Lo scopo principale era la progressiva eliminazione delle barriere tariffarie tra i Paesi. Entro l’estate l’accordo dovrebbe essere superato del “nuovo Nafta” o Nafta 2.0, meglio noto come Usmca (United States-Mexico-Canada Agreement), che introduce sostanziali novità soprattutto nel settore dell’automotive.
Qualche esempio?
«Penso a Fincantieri. Una grande azienda che da anni ha coltivato rapporti commerciali con il Messico. Rapporti che si sono sempre fermati alla vendita: credo però che in futuro Fincantieri possa anche produrre in Messico, beneficiando oltretutto del nuovo Nafta».
Solo industria?
«No, ci sono molti spazi da esplorare, il mercato messicano è una destinazione che molti imprenditori italiani e liguri in particolare dovrebbero prendere in considerazione per i loro prodotti. Il settore ittico e quello ortofrutticolo, per esempio. Ma anche il vino e l’olio. Non parlo solo di esportare queste produzioni in Messico, ma anche di utilizzare il know how e le tecnologie italiane per produrre in Messico, soprattutto nella zona del Nord, la bassa California. E magari esportare poi vino e olio negli Stati Uniti. Ribadisco che viticultori e produttori di olio dovrebbero ripensare le loro strategie per entrare anche nel mercato messicano e da lì in quello statunitense e canadese. Siamo un Paese aperto a ogni tipo di investimento, anche quello più piccolo. Ci sono anche tanti piccoli imprenditori italiani che hanno aperto piccole attività. Il made in Italy, dall’artigianato alla ristorazione, è molto apprezzato».
Orbia, quotata alla Borsa messicana, è tra i leader globali nella realizzazione di prodotti all’avanguardia e soluzioni innovative. Attiva in oltre 41 Paesi, con più di 22 mila dipendenti nel mondo, la multinazionale unisce aziende specializzate in soluzioni innovative per l’industria, il commercio, l’agricoltura, le telecomunicazioni, l’assistenza sanitaria.
Cosa può offrire invece la Liguria agli imprenditori messicani?
«È una regione interessante, alcune presenze imprenditoriali messicane già radicate qui lo dimostrano. È il caso della Netafim di Rapallo, che fa parte della messicana Orbia. È specializzata in tecniche di irrigazione agricola d’avanguardia, avvalendosi della tecnologia messicana».