«Un chiaro segnale che vi è un forte interesse per questa eccellenza dell’industria italiana, che è riuscita ora a costruire un portafoglio ordini di oltre 640 milioni di euro, cui si aggiungeranno presto altri 100 milioni di ulteriori contratti − dichiara Antonio Apa, segretario generale Uilm Genova, a proposito delle 19 manifestazioni d’interesse pervenute al commissario Vincenzo Nicastro per l’acquisto di Piaggio Aerospace − All’appello manca però un pezzo importante, il cui continuo rinvio rischia di pregiudicare la parte finale del processo di vendita dell’azienda: ovvero quello in cui il potenziale acquirente dovrà decidere di fare un’offerta di acquisto vincolante e disegnare un nuovo futuro per Piaggio Aerospace e le persone che vi lavorano. Si tratta del P.1HH, il sistema a pilotaggio remoto – due aerei e una stazione a terra da utilizzare per azioni di sorveglianza e pattugliamento dalle nostre Forze Armate – che non ha eguali in tutta Europa e forse nel mondo».
Secondo Apa, «sia il governo attuale sia il governo che lo ha preceduto si sono impegnati a sostenere il completamento del suo sviluppo, cui manca veramente poco, con 160 milioni di euro necessari anche a produrre un intero sistema da utilizzare come “test bed tecnologico”: ovvero una piattaforma sperimentale che permetta al nostro Paese di consolidare la presenza in questo settore strategico a livello Europeo, anche in previsione dello sviluppo dell’Eurodrone. Anche Camera e Senato, con le rispettive Commissioni Difesa e Bilancio, si sono da tempo favorevolmente espresse su questo progetto, che risulta completamente finanziato dal fondo degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del 2017».
«È necessario dunque si arrivi ora a compiere quei passi concreti, da parte del ministero della Difesa e delle Forze Armate, innanzitutto, che portino alla stipula in tempi brevi del relativo contratto. Solo in questo modo si potrà arrivare a quei complessivi 900 di euro di portafoglio ordini che rappresentano l’incentivo per il potenziale investitore non solo a mantenere la forza lavoro esistente ma a rilevare l’azienda nella sua interezza, mantenendo nel contempo le produzioni nelle sedi di Villanova d’Albenga e Genova», conclude.