La Regione Liguria ha approvato in consiglio il nuovo piano territoriale regionale delle attività di cava a distanza di 20 anni dal precedente.
Il piano – fa sapere la giunta – assicura l’ordinato e razionale approvvigionamento dei materiali da costruzione necessari al fabbisogno regionale delle opere edili (infrastrutture, ripascimenti costieri, difese spondali), contemperando l’interesse economico e strategico dello sfruttamento dei giacimenti con la pianificazione del paesaggio e la tutela del suolo.
L’attività estrattiva ha subìto negli ultimi anni la crisi del settore edilizio e il nuovo piano cerca si stabilire un equilibrio tra gli interessi del settore estrattivo e la necessità di preservare la riserva del giacimento, in quanto risorsa non rinnovabile.
Il nuovo piano non prevede nessun nuovo polo estrattivo, riduce del 30% il numero di cave e del 50% il numero dei depositi degli scarti da estrazione dell’ardesia, ma consente di reperire i materiali necessari nelle attività che già operano nel settore, nelle quali si prevedono ampliamenti per il 14% dei casi.
Inoltre il piano prevede una particolare modalità di coltivazione dei giacimenti per consentire la migliore ricomposizione ambientale e paesaggistica al termine dello sfruttamento: viene stabilito l’obbligo, per le cave che hanno esaurito l’attività estrattiva, di ricomporre il paesaggio e l’ambiente, demandando ai Comuni la definizione delle destinazioni urbanistiche di tali aree, anche nell’ottica di una valorizzazione dei siti ai fini turistico-ricettivi.
«Questo piano era atteso da tempo – spiega l’assessore all’Urbanistica Marco Scajola – siamo intervenuti di fronte a una esigenza particolarmente sentita da diverse realtà produttive e dalle amministrazioni locali. Si tratta del compimento di un grande lavoro di condivisione iniziato già nel 2016 con incontri e confronti su tutto il territorio ligure, per arrivare in questo modo ad un testo costruito insieme».
Le attività di cava sono realtà economiche che impegnano direttamente circa 700 persone e movimentano un indotto di 2000 persone nell’intera regione. «Si tratta – aggiunge Scajola – di un’attività primaria per i processi produttivi e la realizzazione delle infrastrutture, quindi un elemento strategico per la nostra economia. I materiali lapidei sono impiegati anche per le difese spondali, i ripascimenti delle spiagge, i muretti a secco e il rivestimento architettonico».
Con questo piano la Regione intende fornire sia uno strumento di pianificazione per garantire il corretto impianto delle attività di cava nel territorio ligure sia uno strumento di programmazione di lungo termine sulla base del quale le aziende operanti nel settore saranno in grado di programmare con certezza i propri investimenti. Il Piano inoltre ha l’obiettivo di individuare le misure atte a garantire la riqualificazione ambientale e paesaggistica delle aree oggetto di escavazione sia durante la coltivazione sia in fase di cessazione».