«Ho ascoltato il nostro premier. Per le necessità essenziali di natura tributaria, in senso lato, che coinvolgono chi produce reddito: niente, nessuna parola. Circa la centralità dei sostegni sociali: niente, i datori di lavoro che anticipano la cassa integrazione meritano un plauso, mentre i ritardi dell’Inps sono giustificati; impensabile rispondere a tutti in poco tempo». Lo dichiara a Liguria Business Journal il consulente del lavoro Giulio Dapelo, titolare dell’omonimo studio genovese.
-Conte ha però fornito una serie di indicazioni sul graduale allentamento del lockdown.
«Sì. Le colf in nero resteranno in nero, così come chi opera in alcuni settori dell’agricoltura e dell’edilizia. Gli asili e le scuole restano chiuse: doveroso un sincero ringraziamento alla ministra Azzolina per l’importante lavoro fino a oggi svolto (ndr, non so quale, per ignoranza) Le mascherine saranno in vendita a un prezzo non superiore a 0,50 euro, chi vorrà correre lo potrà fare ma dove e come i sindaci lo stabiliranno. Proibito nuotare a stile libero, prematuro. Consentito lo stile rana e dorso. La sicurezza innanzitutto: grazie ai protocolli stipulati con le parti sociali: regole e verifiche concordate, chi dirige il paese insieme alle variopinte commissioni non intende imporre nulla, tanto meno assumersi la responsabilità dell’agire».
-E ora come si può fare?
«Ora resta solo da affrontare la realtà: soldi che non arrivano grazie alla resistenza strenua delle banche, paraculata ( la resistenza) dalla solfa della burocrazia; soldi ancora nelle tasche dell’Inps e non in quelle dei lavoratori (ci spiegherà il perché il presidente dell’istituto, se al corrente di tale suo incarico). La fase 2 mi pare assai più grave della 1: il governo non ha colpe, forse, ma neppure competenze, senza dubbio. In attesa di Draghi, prima del 18 maggio, prima che sia troppo tardi».