Pompe a secco dalle 6 del mattino del 6 novembre, sino all 6 dell’8 novembre. Due giorni pieni. Si avvicina il già annunciato sciopero nazionale dei gestori degli impianti stradali e autostradali di distribuzione carburanti proclamato dalle organizzazioni sindacali nazionali Faib-Confesercenti, Figisc/Anisa-Confcommercio e Fegica-Cisl.
Le pompe aperte in autostrada sul territorio ligure sono: sulla A6 Cà Lidora Ovest (da Torino a Savona) e Carcare Est (da Savona a Torino). Sulla A7 La Lanterna Est (da Genova a Milano). Sulla A10 Piani d’Invrea Nord (da Genova a Ventimiglia), Ceriale Nord (verso Ventimiglia), Castellaro Nord (verso Ventimiglia), Bordighera Sud (verso Genova), Ceriale Sud (verso Genova), San Cristoforo Sud (verso Genova). Sulla A12 Sant’Ilario Sud (da Genova a Roma), Magra Ovest (verso Roma), Magra Est (direzione Genova), Sant’Ilario Nord (direzione Genova). Sulla A15 Melara (dalla Spezia a Parma). Sulla A26 Turchino Est (da Voltri a Gravellona)
«La protesta – dicono in una nota congiunta Fabio Bertagnini Presidente Faib-Confesercenti Genova e Alberto La Rocca presidente Figisc-Confcommercio Genova – è rivolta innanzitutto nei confronti del governo che sta gravando, con adempimenti inutili e cervellotici, un’intera categoria con provvedimenti». Sotto i riflettori la fatturazione elettronica, i registratori di cassa telematici, anche per fatturati di 2 mila euro all’anno, la rimodulazione dell’Indice sintetico di affidabilità fiscale (Isa) considerata irraggiungibile per i gestori, l’introduzione di documenti di trasporto (Das) e modalità di registrazione giornaliera in formato elettronico, oltre all’invio dei corrispettivi giornalieri in formato elettronico fino al gravame fiscale e contributivo per i gestori che non ricevono in tempo da fornitori e Agenzia delle Entrate i documenti necessari per la loro contabilità.
Questi provvedimenti sono considerati inutili, perché «duplicano gli esistenti e non hanno alcuna valenza sulla lotta all’illegalità o alla infedeltà fiscale: in sostanza si trasformano i gestori in “controllori” dell’intera filiera con responsabilità, anche penali, che non sono connesse con la loro attività».
Il governo, secondo i rappresentanti della categoria, «si accinge a varare una miriade di provvedimenti senza averci ascoltato. Siamo disponibili a lavorare su provvedimenti oggettivi, assunti nell’interesse della collettività e non contro i gestori. La politica rinvia all’Agenzia delle Entrate e delle Dogane; queste ultime rinviano alla politica con un rimpallo di responsabilità costruito per dilatare i tempi e impedire che siano introdotti correttivi ragionevoli».
La protesta è inoltre rivolta nei confronti tanto delle compagnie petrolifere quanto di quella miriade di soggetti, molti dei quali operatori border line, diventati titolari di impianti, «che fanno strame dei contratti e delle leggi nel più assoluto silenzio della Pubblica Amministrazione che assiste allo scempio nel più colpevole dei silenzi che realizzano quell’abuso di dipendenza economica cui il gestore è costretto per non soccombere. A tutto questo si somma il rifiuto a rinnovare gli accordi economici ampiamente scaduti negando persino il riconoscimento dei maggiori costi di gestione scaricati in capo ai gestori».
Aldo Datteri, presidente Faib-Confesercenti Liguria e Walter Vicentini presidente Figisc-Confcommercio Liguria dicono di aver apprezzato il lavoro che la X Commissione della Camera sta svolgendo, ma spingono per avere una riforma del settore che sappia cogliere il nuovo. «Nel contempo deve saper tutelare i diritti di una categoria che non può essere sacrificata sull’altare degli interessi di una sola parte, quella più forte, che continua a ignorare che in Italia vigono le regole dello Stato di Diritto».