Un piano ambizioso per convertire la val Polcevera ad attività logistiche 4.0, farla interagire con porto, aeroporto e retroporti attraverso le Zls e una rete di infrastrutture aggiornata. Puntare sulla cosiddetta “Trade connectivity” ossia la combinazione tra “Maritime connectivity”, “Port efficiency” e “Hinterland connectivity”.
Questa la ricetta di Spediporto per il rilancio non solo di Genova, ma dell’economia italiana, annunciato durante l’assemblea annuale dei soci nel capoluogo ligure al Palazzo della Borsa.
Una “Trade connectivity” che sarebbe potenziata con elementi di automazione tecnologica, digitalizzazione e Internet of Things.
«Un concept diverso di portualità che ponga al centro la merce e la soddisfazione dei clienti, valorizzando la filiera complessiva dei servizi», spiega il presidente di Spediporto Alessandro Pitto. Collegare il mondo delle infrastrutture materiali a quello delle nuove tecnologie. Per questo lo slogan dell’assemblea di quest’anno è “WeBridgeWorlds”.
I magazzini della val Polcevera potrebbero diventare doganali, una volta che via 30 giugno cessi di essere l’arteria di comunicazione verticale: «Potrebbe rappresentare – dice Pitto – un nuovo corridoio logistico controllato attraverso la tecnologia dell’Internet of things».
Il tutto sarebbe favorito dalla creazione di una Zls, Zona logistica semplificata. Proprio sulla Zls a breve Spediporto consegnerà alle amministrazioni un pre-studio di fattibilità.
Con la strada della Superba e il varco di Ponente, che non è stato ancora realizzato, anche se previsto dalla legge 130, il porto potrebbe estendersi sino all’aeroporto, che sarebbe così maggiormente integrato: grossi benefici per il cargo aereo e per le aziende come Fincantieri e lo stabilimento di Cornigliano ArcelorMittal (l’ex Ilva).
Spediporto ritiene anche necessaria la certificazione del porto nelle sue competenze, affidabilità e qualità, utili in funzione di marketing internazionale.