«La Gronda si farà, il tema è che è una follia iniziare ora i cantieri». Lo ha detto il viceministro alle Infrastrutture e Trasporti, Edoardo Rixi, a margine del seminario “Italia-Russia: l’arte dell’innovazione”, in corso a palazzo San Giorgio a Genova.
«Iniziare ora i cantieri della Gronda vorrebbe dire limitare la capacità del porto di Genova. La città non vuole certo tornare nelle condizioni dei giorni successivi al crollo di ponte Morandi. Dobbiamo prima finire il viadotto, sistemare la viabilità – ci sono progetti fino a due miliardi di euro nei prossimi 3 anni su Genova – e tra un anno, come le tempistiche stanno dimostrando, la viabilità a livello autostradale sarà ripristinata. A quel punto ripartirà tutto il progetto sulla Gronda autostradale di Genova, necessario per il sistema nazionale dei trasporti».
«L’analisi costi-benefici ha comunque senso − aggiunge Rixi − credo che da questo punto di vista le analisi costi-benefici debbano essere fatte. Le infrastrutture devono essere affrontate dal punto di vista dell’impatto economico e non dal punto di vista ideologico. La Gronda è un’infrastruttura che, a mio avviso, dà una prospettiva di sviluppo alla città e che permette anche di bypassare col traffico pesante il nodo genovese. È chiaro che però bisogna farla con i tempi giusti. Non si può ragionare come se nulla fosse successo».
Per il sindaco di Genova Marco Bucci, è improbabile che «un’analisi costi-benefici possa bloccare la Gronda. L’analisi è valida dal punto di vista della terminologia: bisogna sempre fare analisi costi-benefici, però vanno fatte bene. E non pensando ai prossimi cinque anni, ma pensando al futuro, ai prossimi 20, 30 o 50 anni. Una volta affrontato il problema della concessione ad Autostrade per l’Italia, che si può risolvere solo discutendo attorno a un tavolo, possiamo andare avanti sulla Gronda».