A oggi il Porto di Genova ha saputo reagire al crollo del ponte Morandi, con i traffici che hanno seguito sostanzialmente l’andamento stagionale, senza dirottamenti degni di nota. Ma “la situazione potrebbe evolvere negativamente nel caso in cui non si lasciasse lavorare il commissario Bucci ponendogli paletti che ritardino il ripristino di condizioni normali con la realizzazione del nuovo ponte. In proposito anche noi pensiamo che l’esclusione di Autostrade per l’Italia dalla demolizione e ricostruzione attenga più a reazioni emotive che al perseguimento dell’interesse generale che dovrebbe essere la linea guida per la mano pubblica“.
È il parere di Confindustria La Spezia, che in una nota stampa sottolinea inoltre che “il decreto Genova non può non tenere conto, nell’individuazione delle Zone Logistiche Semplificate, anche del comprensorio spezzino. Se quindi per Genova è giustificato un intervento emergenziale, per Spezia si impone una valutazione coerente. E infatti il Porto è “core” nella Rete Transeuropea (reg. U.E. 13/15/2013); ha aree significative per nuovi insediamenti di imprese nella piana di Santo Stefano; l’Autorità di Sistema Portuale comprende anche il Porto di Marina di Carrara che ha aree retroportuali soggette a riconversione e quindi disponibili per insediamenti produttivi di grande estensione”.
La competenza dell’AdSP del Mar Ligure Orientale su due porti di regioni diverse costituisce dunque “un motivo ulteriore per sostenere l’istituzione di Zona Logistica Semplificata cui si deve aggiungere la considerazione che tanto La Spezia quanto Carrara hanno tassi di sviluppo nettamente inferiori a quelli medi del nord-Italia”. Il riconoscimento, ribadisce la nota, accorda esclusivamente la semplificazione burocratica per le imprese: “Non chiederemo assistenza ma condizioni per poter traguardare sviluppo”.