“Questa mattina, nonostante i nostri appelli e le richieste del Consorzio collegamenti integrati veloci (Cociv), risulta bloccato il miliardo e mezzo di euro, relativo al quinto lotto del Terzo Valico, già approvato dal Cipe, dalla Ragioneria dello Stato e dalla Corte dei Conti, e perciò immediatamente disponibile. A mancare è solo la lettera di assegnazione fondi del ministero alle Infrastrutture. Questo, secondo quanto hanno dichiarato i vertici del Consorzio, comporterà, già dalle prossime settimane, un inevitabile rallentamento nei lavori e anche una perdita di posti di lavoro nei cantieri. Torniamo, perciò, a chiedere con insistenza che questi soldi vengano immediatamente sbloccati, anche e soprattutto alla luce della difficile situazione che sta vivendo Genova, dopo il crollo di un’infrastruttura indispensabile per la città”. Lo scrive Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria, in un post su Facebook, commentando le disposizioni contenute nel decreto Genova, giudicato «con qualche luce ma molte ombre». Alla richiesta di unisce anche il sindaco Marco Bucci.
A proposito dei fondi previsti dal dl, in queste ore allo studio del Quirinale, «penso che i 15 milioni di euro aggiuntivi del decreto per il porto di Genova siano poco più di un gettone di presenza del governo − afferma il governatore ligure a margine del consiglio regionale − In fase di conversione mi auguro si faccia un buon lavoro con la disponibilità del governo. I soldi sull’autotrasporto devono necessariamente essere ritoccati, i soldi del Terzo Valico devono rientrare nel decreto con il sesto lotto per chiudere l’opera in modo complessivo».
Il presidente della Regione sottolinea anche il rischio di ricorsi sull’estromissione dalla ricostruzione di Autostrade e tutte le concessionarie di strade a pedaggio, «ci auguriamo che questo decreto non venga impugnato dalle molte possibilità di ricorso che vedo all’orizzonte», spiega, ponendo anche l’attenzione sul fatto che nel Decreto Genova lo Stato garantisca la copertura economica fino al 2029 nel caso in cui Autostrade non pagasse. Fatto legato «a un legittimo dubbio del governo, che noi sottolineiamo da molto tempo: nel momento in cui viene estromessa Autostrade, non sarà facile evitare ricorsi così come costringerla a pagare il conto. È la prima volta che accade che i cittadini siano costretti ad anticipare i soldi a qualcuno che ha fatto un danno a loro stessi, e anche un danno grave. Un procedimento anomalo: speriamo che funzioni».
Secondo Toti, il commissario straordinario «avrà un compito molto difficile anche perché Genova e la Liguria non hanno alcuna intenzione di aspettare: vogliono vedere il ponte nei tempi che avevano previsto per costruire se avessero fatto da sole. Spero venga nominato molto in fretta, e che tenga conto delle necessità di reale urgenza che vengono prima di ogni altra cosa per costruire il ponte».