Superare i tradizionali criteri di contrapposizione politica e verificare chi effettivamente vuole fare crescere il Paese nell’alleanza con l’Europa: su questo tema le forze politiche sono chiamate a misurarsi ed eventualmnete a ripensarsi. È l’indicazione del consigliere regionale del Pd Sergio Rossetti, intervenuto sull’argomento questa mattina al presidio formato davanti alla sede della prefettura di Genova a sostegno del capo dello Stato Sergio Mattarella.
«Credo – dichiara Rossetti a Liguria Business Journal – che nei prossimi anni ci misureremo in questo Paese non con i tradizionali criteri, paradigmi culturali, destra-sinistra, ma ci misureremo tra chi vuol fare le riforme, fare crescere il Paese nell’alleanza con l’Europa – grandissima opportunità nei primi settanta anni e possibile risorsa per crescere stare meglio e creare equità sociale in questo Paese – e quelli che mettono la pistola sul tavolo di Mattarella, dicendo: possiamo mettere in discussione l’Europa. E io credo che possiamo anche immaginare che ci sia un conflitto, un confronto che consenta di andare forse al di là dei vecchi paradigmi e politicamente impedire che il Paese vada alla deriva, perché dire a tutti che diamo tutto, vuol dire fare la fine dell’Argentina».
Secondo Rossetti questo significa riflettere su «cosa vuol dire oggi essere progressisiti e dare stabilità e benessere economico e sostenere quelli che non ce l’hanno. Dentro la maggioranza del Governo M5S-Lega – spiega il consigliere Pd – c’era chi voleva le strutture e chi no. Dobbiamo mettere una barriera sull’antifascismo, e su questo sarà interessante vedere cosa vogliono fare i vertici del centrodestra, ma dobbiamo anche mettere una barriera sul fatto che noi abbiamo bisogno di fare la Tav, di rimanere nelle infrastrutture europee, abbiamo bisogno di dare spazio a chi è povero e non ce la fa più, e questo, forse, non è solo patrimonio di alcuni piuttosto che altri».
Quanto al futuro, «credo che nei prossimi mesi balleremo, perché dovremo capire chi è disponibile a fare un Governo che possa consentire di stare al tavolo europeo, di fare una finanziaria che consenta di ridurre ancora le tasse come abbiamo fatto e introdurre il reddito minimo di inserimento. Se smettessimo con il Renzi sì e il Renzi no, e con “era meglio quando c’era D’Alema” forse troveremmo che su molti punti ci sono insospettabili che possono sostenere le nostre idee. Io vado d’accordo con Toti sulle infrastrutture, non mi fido di Rixi che firmava di non fare la Tav» .
Anche La Lega, secondo Rossetti, deve rimettersi in discussione. «Salvini deve decidere se è l’uomo dei tetti che protesta e quindi porta la pistola, in senso politico (minacciando che possiamo uscire dall’Europa), per rinvigorire la protesta contro Mattarella, oppure si dà da fare, come hanno fatto Maroni e Zaia in Lombardia e Veneto. Credo che anche nella Lega si debba aprire una discussione su che cosa si vuole essere».