I loghi delle liste civiche dei candidati sindaco di Genova passati al setaccio e analizzati nel dettaglio, per capire quanto siano leggibili, originali e azzeccati dal punto di vista comunicativo. Per farlo, abbiamo chiesto il parere di Nicoletta Biticchi e di Susanna Zunino di Mochi Design, realtà genovese specializzata in grafica, marketing e realizzazione di siti web.
Arancione e “onda” per la lista civica di Bucci, motivo molto ricorrente in tutta la campagna, condito dalla croce di San Giorgio, il simbolo più classico della nostra città. Un logo molto tradizionalista, senza particolari velleità, semplice e molto leggibile, adatto ai più “nostalgici”. Il font semplice Sans Serif ed extrabold (grassetto molto spesso) garantisce sicuramente una buona leggibilità, anche se il contrasto tra l’arancione e il blu non è elevato.
Lista Crivello
Il simbolo di Crivello vince il premio leggibilità: il fondo bianco consente un perfetto contrasto con la scritta e ne risulta un logo bilanciato ed equilibrato. Semplice, non introduce icone o simboli di nessun tipo, ma sceglie segni grafici puliti, colori eleganti ed istituzionali, tra cui sicuramente spicca il blu navy, tanto amato dai genovesi. Curioso l’abbinamento con un rosso porpora – in città si è sempre evitato di accostare questi due colori per ragioni “calcistiche” – fortunatamente il logo ha una forte predominanza bianca che “spezza” questo accostamento tanto conosciuto.
Chiamami Genova – Putti
Chiamami Genova, un logo poco “politico” con la scelta di un font script che richiama lo stile “scritto a mano” che scalda e umanizza, senza rinunciare a colori flat e moderni. Accostamento dei colori poco usato: giallo e blu, primari e complementari, armoniosi insieme e molto leggibili. Quando il logo è presentato in piccolo, la scritta blu GENOVA spicca notevolmente sullo sfondo giallo, ma, allo stesso tempo, risulta invece poco visibile la parola CHIAMAMI. Gradevole e armonica anche l’asimmetria, comunque ben bilanciata da una corretta griglia grafica: le due “chicche” che caratterizzano questo simbolo sono proprio la sottolineatura al nome della nostra città, e le virgolette che racchiudono la scritta, presenti a sinistra molto più grandi che a destra.
Un logo caratterizzato da elementi originali, indovinati ed eleganti, anche se non proprio leggibile quando ridotto di dimensione. Fresco e originale il nome, davvero e immediato da ricordare, anche se è difficilissimo da scrivere. I colori scelti sono un rosso porpora ricco e molto distante dal rosso luminoso dell’estrema sinistra, abbinato a un blu poco istituzionale, ricco di magenta e quasi tendente al viola. Un abbinamento anche in questo caso originale e poco utilizzato fin ora in politica: insomma, non è il solito blu. Molto apprezzabile il payoff “Siamo Genova” che evidenza “AMO” in colore differente, un caldo rosso-porpora: una serie di richiami emotivi all’amore e alla passione indovinati, probabilmente per comunicare un appeal diverso, sopratutto in un periodo storico in cui si afferma una forte sfiducia nei confronti della politica in generale. Il simbolo presenta però anche degli svantaggi: ci sono molti elementi e scritte che nel formato piccolo possono confondere e non risultare particolarmente leggibili, dallo skyline dei principali edifici della città con le piccole scritte all’interno dell’area blu.
Genova Cambia – Lista Crivello
Skyline di edifici genovesi ed onde anche per Genova Cambia, in questo caso abbinato al verde e all’arancione, altra combinazione di colori abbastanza “inedita” nella comunicazione politica. Particolare e molto poco istituzionale il font “giocoso” che viene affiancato al più formale e semplice Sans Serif GENOVA CAMBIA.
Forse il logo più originale e interessante dal punto di vista grafico. La scelta dei colori è la più audace, mostra quello che sembra essere la sagoma del nostro bigo (o comunque quella che tutti i genovesi riconoscono come tale) su questo inedito e particolarissimo sfondo fucsia. Anche le onde, in tre sfumature di azzurro e blu, stringono una forte connessione con la città di mare. Logo per niente confuso e molto leggibile, pochi elementi, ben distinguibili tra loro anche in versione ridotta. Un logo che “osa” parecchio proponendo un colore come il fucsia, difficilmente associabile alla politica, come il loro hashtag #genovacheosa e che intende veicolare un messaggio di “aria nuova a sinistra”. Anche la grafica coordinata proposta ha un appeal molto giovanile: saprà la nostra città, con l’età media più alta in Italia, apprezzare la loro comunicazione?
Marika Cassimatis
Scelta di colori audacissima da parte della Cassimatis, perché ricordano in maniera molto evidente i colori pontifici e della bandiera dello Stato Vaticano, di cui, tra l’altro, la città è stata tappezzata proprio di recente. Soprattutto quando il logo è riportato in piccole dimensioni, l’araba fenice che risorge dall’acqua (e da queste onde che richiamano le fiamme), può anche essere visivamente scambiata per una colomba, di nuovo simbolo di pace religioso. Passaggi mentali passivi e quasi inevitabili a livello inconscio.