Aumenta il numero di imprese con dipendenti che ha già fatto o intende fare assunzioni nel corso del 2016, lo rileva Unioncamere Liguria nel consueto bollettino sui fabbisogni occupazionali delle imprese liguri, di cui pubblichiamo la sintesi fornita: sono poco meno di 9 mila e rappresentano il 21,7% delle oltre 40 mila imprese liguri con dipendenti (erano il 18,4% del 2015): le imprese esportatrici e innovatrici risultano avere maggiore propensione ad assumere rispetto alla media (rispettivamente 38,7% e 35,7%), segnale che occorre investire sempre più nell’internazionalizzazione, nella digitalizzazione e nel sostegno alle start up tecnologiche.
Il sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere in collaborazione con il ministero del Lavoro, offre una fotografia dei programmi occupazionali delle imprese che, per la Liguria, mostra un aumento delle entrate complessive pari al 5% rispetto al 2015, inferiore a quello del Nord Ovest che si attesta al 7%: in particolare, le assunzioni di personale dipendente salgono da 20.110 a 21.250 unità, diminuisce di un punto percentuale il peso dei contratti a tempo indeterminato (25% sul totale delle assunzioni), mentre rimangono stabili al 70% le forme contrattuali “a termine” (tempo determinato e altre forme).
Quali settori?
Le assunzioni sono prevalentemente concentrate nel terziario, in particolare nel turismo e nei servizi alle imprese: insieme rappresentano il 50% del totale.
Nell’industria prevalgono le assunzioni delle attività manifatturiere (10%) rispetto alle costruzioni (7%). Entrando maggiormente nel dettaglio dei settori di attività, le 21.250 assunzioni previste si concentreranno nei servizi turistici, di alloggio e ristorazione (5.910, il 27,8% del totale), nel commercio (3.670, 17,3%) e nei servizi alle persone (2.740, 12,9%).
Ai giovani “under 30” sarà riservato il 30% delle assunzioni programmate, in risalita rispetto all’anno scorso e in linea con il 2014, mentre esplicitamente per le donne la preferenza scende al 15%, nonostante sia migliorata rispetto al 2015.
Le assunzioni di figure “high skill”, cioè dirigenti, specialisti e tecnici, ammontano a 3.030 unità e rappresentano il 14% del totale, valore rimasto stabile rispetto al 2015: tra le professioni che presentano i più elevati tassi di assunzione ci sono quelle afferenti all’area progettazione, ricerca e sviluppo e ai servizi informativi, filiere di maggior fermento anche grazie all’insediamento di poli tecnologici, di ricerca e innovazione.
Oltre il 50% delle assunzioni programmate (11.180 unità) verrà assegnato a figure “medium skill”, ossia impiegati, professioni commerciali e operai specializzati, e risulta in leggera diminuzione rispetto all’anno scorso: l’8% è rappresentato da impiegati e il 44% da figure tipiche del commercio e dei servizi.
Infine il 33% (stessa quota del 2015) sarà destinato a figure “low skill” (operai, conduttori di impianti e figure generiche e non qualificate): 7.040 assunzioni di cui il 19% costituito da figure operaie e il 14% da professioni non qualificate.
Quali professioni?
Analizzando più profondamente le professioni richieste, si rileva che nei primi posti della graduatoria figurano cuochi, camerieri, baristi e professioni simili (5.250 unità), seguiti da personale qualificato nelle attività commerciali (2.920 unità), in particolare commessi (2.590 unità), e personale non qualificato nel commercio e nei servizi (2.650 unità).
Alternanza scuola-lavoro, ancora un miraggio
Laureati (10%) e diplomati (41%) insieme detengono il 51% delle assunzioni programmate, quota inferiore 2 punti alla media nazionale: la quota di laureati aumenta di un punto rispetto allo scorso anno, quella dei diplomati di 4 punti. Scende, invece, dal 33% al 27% la quota rivolta a chi non ha nessuna formazione scolastica specifica.
Restando in “ambiente scolastico”, Unioncamere ha sondato l’interesse delle imprese ad ospitare giovani studenti in “alternanza scuola-lavoro”: la legge 107/2015 prevede che gli studenti delle scuole medie superiori (classi terze, quarte e quinte) debbano fare un periodo di tirocinio presso aziende private, enti pubblici e professionisti (dalle 200 alle 400 ore a seconda del tipo di formazione), esperienza considerata parte integrante del percorso formativo con l’obiettivo di favorire l’incontro tra domanda e offerta, incrementare le opportunità di lavoro e le capacità di orientamento degli studenti.
Nel 2015 la quota di imprese liguri che hanno aderito all’iniziativa è stata pari al 7,3% e si prevede che nel 2016 questo valore si consolidi e arrivi all’8,3%: un valore ancora troppo basso per garantire un efficace dialogo tra mondo della scuola e sistema produttivo.
Il sistema delle Camere di Commercio, a cui è stata affidata la realizzazione del Registro nazionale per l’alternanza scuola-lavoro, punto d’incontro tra i ragazzi e le imprese disponibili a offrire loro un periodo di apprendimento on the job, è da oltre 10 anni impegnato in questo settore con numerosi progetti che hanno visto protagonisti gli studenti e le imprese, tra cui il progetto Filo, acronimo per Formazione imprenditorialità lavoro orientamento, una vetrina sui servizi per i giovani e le imprese, e il più recente “Crescere in digitale”, progetto nato in collaborazione con ministero del Lavoro e Google e rivolto agli iscritti a Garanzia Giovani, che prevede un percorso formativo gratuito on-line e la possibilità di fare un tirocinio di 6 mesi per supportare la digitalizzazione delle imprese e accompagnarle nel mondo digitale, riconoscendo un rimborso di 500 euro al mese.
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