Tre dei maggiori esperti internazionali dei Big Data hanno incontrato oggi a Torino il mondo del non profit italiano in occasione del workshop “Data for Good” ospitato dalla Fondazione Crt, che ha riunito un centinaio di associazioni, tra cui Emergency, Save the Children, ActionAid, istituzioni come l’Università di Torino, il Politecnico di Torino, il Politecnico di Milano, ed esponenti del mondo imprenditoriale. A illustrare le opportunità della scienza dei dati al servizio del sociale e della cooperazione allo sviluppo sono stati il primo data scientist dell’Onu, Miguel Luengo‐Oroz, lo scienziato Carlos Castillo, che ha studiato il ruolo dei social media nelle emergenze umanitarie e nelle catastrofi naturali e David Gutelius, fondatore di un incubatore di prodotti digitali a Palo Alto in California.
L’evento, organizzato dalla Fondazione Isi, è il primo tassello di “Innovazione per lo sviluppo”, il progetto pilota promosso da Fondazione Crt, Fondazione Cariplo e Compagnia di San Paolo per la ricerca di nuove soluzioni tecnologiche e scientifiche nel campo della cooperazione internazionale e del sociale.
«Diamo il via in Italia a Data for good, i dati al servizio del bene – spiega Massimo Lapucci, segretario generale della Fondazione Crt – un’iniziativa che attraverso l’utilizzo intelligente dei Big data può offrire anche al non profit nuove opportunità di sviluppo, ricavando valore sociale da masse di dati altrimenti non utilizzati: in un mondo di risorse scarse, l’insieme di informazioni che derivano da operatori e soggetti beneficiari può diventare un patrimonio al servizio della collettività e dei decisori chiamati ad allocare le risorse nel modo più efficiente Già da molti anni, attraverso Fondazione Isi che abbiamo costituito, siamo stati pionieri nel riconoscere l’importanza dei Big Data, quando ancora erano un fenomeno non di moda: con Data for Good intraprendiamo ora un’ulteriore sfida per rispondere al crescente bisogno di innovazione nel non profit».
«La scienza dei dati – dice Ciro Cattuto, direttore scientifico della Fondazione Isi – sta trasformando il modo in cui le aziende globali prendono decisioni . È tempo di ragionare su come le medesime capacità tecniche, i big data, gli algoritmi predittivi, l’intelligenza artificiale possano pienamente dispiegare il proprio impatto sociale positivo e aiutare la missione di organizzazioni non-profit, organizzazioni filantropiche e istituzioni pubbliche».