Chiudono deboli le Borse europee nel giorno in cui il petrolio ha riconquistato la soglia dei 50 dollari al barile, che non raggiungeva dallo scorso giugno. Gli investitori sono incerti circa le future mosse delle banche centrali del mondo e attendono per domani il dato americano sul mercato del lavoro, per comprendere la linea della Federal Reserve. La pubblicazione delle minute della Banca centrale europea ha placato i timori che l’istituto europeo possa ripensare alla manovra di Quantitative Easing.
Londra segna – 0,5% e Parigi – 0,2%. Francoforte ha chiuso in parità. Milano registra un lieve incremento, con Ftse Mib a 16.491,62 (+0,09%) e Ftse Italia All-Share a 18.131,01 (+0,03%)
A Piazza Affari bene i finanziari, con Intesa Sanpaolo a +0,70%, Mediobanca +1,67%, Generali +1,34%, Ubi +1,22%, Carige +5,64%. Spicca Unicredit con + 2,29% in seguito alle indiscrezioni di stampa circa una maxi-offerta di Amundi per Pioneer. In netta controtendenza Mps (-3,34%).
Telecom Italia in flessione dello 0,48%; contrastati gli energetici (Enel -0,57%, Eni invariata a 13,27 euro per azione, Saipem +0,89%); negativi gli industriali a maggior capitalizzazione, con Fiat Chrysler a -0,68% e Leonardo Finmeccanica a -0,75%.
Sono scese le Mediaset (-1,5%) nell’attesa di novità dalla vicenda Premium.
Sul mercato valutario, si è rafforzato il dollaro nei confronti delle principali valute: il cambio euro-dollaro passa di mano a 1,1165 (da 1,1211 precedente). L’euro vale inoltre 116,19 yen, mentre il dollaro-yen si attesta a 104,04. Ha perso ancora quota la sterlina, che sul dollaro si è portata sul nuovo minimo di 1,2644.