La Fabbrica di Staglieno: visite guidate alla scoperta delle abilità di marmisti e restauratori (video)
Visite guidate alla scoperta di quello che sta dietro al restauro di una statua del 1800. È l’aspetto culturale e turistico legato al progetto “La Fabbrica di Staglieno”, realizzato da Arci e Comune di Genova in collaborazione con Auser Liguria, Cna, Università e Soprintendenza, grazie al contributo di 200 mila euro di Fondazione Telecom nell’ambito del bando “Beni invisibili, luoghi e maestria delle tradizioni artigianali”. Da sabato 13 febbraio, ogni settimana sino a giugno e poi nuovamente da metà settembre, appuntamento alle 14.15 davanti al Tempio Laico. Il costo è di 7 euro e servirà a finanziare progetti simili e restauri.
L’aspetto rilevante dal punto di vista delle imprese è che si realizzerà un laboratorio unico per tutte quelle realtà legate al cimitero monumentale che avevano sofferto degli allagamenti dovuti alle ultime alluvioni.
Nel progetto sono coinvolte 5 piccole imprese artigiane, che avranno la possibilità di insegnare tramite la borsa-lavoro a 8 giovani queste tecniche che rischiano di perdersi per sempre.
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«Abbiamo solo due artigiani a saper fare la scrittura a mano libera su lastra di pietra – spiega Stefano Kovac di Arci Genova – su lapidi storiche non si può usare il computer. Oltre a mettere gli apprendisti accanto agli artigiani abbiamo aggiunto la collaborazione di due dottori di ricerca sia sulla parte artistica sia diagnostica. Per fare un restauro c’è bisogno di tantissimo lavoro, solo per avere l’autorizzazione della soprintendenza bisogna fare una ricerca dettagliata sull’opera, anche sui suoi proprietari».
Uno spin off di questo progetto è proprio sulle ricerche d’archivio per risalire a proprietari delle sculture per fare un catalogo di opere pronte al restauro: «Il mecenate in questo modo può vedere il cantiere subito allestito, l’ultimo esempio non è stato così rapido – aggiunge Kovac – dal finanziamento del Fai all’inizio del cantiere sono passati cinque anni».
Elena Fiorini, assessore ai Servizi civici del Comune dice: «Come amministrazione crediamo in questo progetto perché è l’esempio di quante sinergie si possono fare su un disegno comune. Crediamo che debba esserci un percorso collettivo per realizzare un circolo virtuoso».
Massimo Giacchetta, presidente di Cna Genova racconta come questo progetto abbia consentito di ricollocare aziende che avevano avuto problemi sia nel 2011 sia nel 2014: «Ogni azienda aveva un proprio laboratorio, perché non farne uno solo?» E intanto annuncia che il 18 marzo proprio a Genova ci sarà un convegno dedicato interamente al restauro. «Il cimitero di Staglieno è uno dei pochi siti genovesi conosciuti nel mondo, più della lanterna – dice Giacchetta – da 20-30 anni era scomparso dal panorama turistico, se questo si unisce alla conservazione di attività economiche a rischio estinzione ben venga: l’artigianato non è solo conservazione ma innovazione e ricerca, sperimentando tecniche nuove».
Proprio a Staglieno l’Università porterà alcuni corsi legati a questo progetto, lo annuncia Giovanni Petrillo, ordinario di chimica organica e insegnante nel corso di laurea magistrale in metodologie per restauro beni culturali: «Questo è un mondo che racchiude notevoli competenze, ma è molto frazionato, qui riusciamo a unire competenze scientifiche, artistiche e dirette sul restauro, speriamo in una replica oltre i termini del progetto stesso. Questo dovrà essere il polo che aggrega l’offerta formativa della nostra Università: il corso triennale in Conservazione dei beni culturali, la laurea magistrale in Metodologia e conservazione del restauro dei beni culturali, la Scuola di specializzazione su beni storico-artistici, senza dimenticare architettura e ingegneria. Gli studenti mettono al primo posto il poter mettere mano su un’opera d’arte».
Presto ogni monumento avrà anche il suo Qr code per una visita davvero interattiva.
Oltre alle visite del sabato sono previsti percorsi per scuole e gruppi organizzati. Il laboratorio, finanziato dieci anni fa dalla Fondazione Carige, è stato ripristinato dopo una chiusura di 5-6 anni a causa dell’alluvione.