Il programma di ristrutturazione dell’Arsenale, il cosiddetto piano Brin, è in ritardo e il sindaco della Spezia Massimo Federici, e i segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil, Matteo Bellegoni, Antonio Carro, Nadia Maggiani, ne hanno discusso con il sottosegretario di Stato Domenico Rossi. L’incontro si è svolto ieri, nella sede del ministero della difesa. La delegazione spezzina ha rimarcato come, mentre il processo di declino e di degrado strutturale dell’Arsenale sia ulteriormente avanzato, il piano Brin dopo il suo avvio abbia invece subito un grave rallentamento. La preoccupazione per l’irreversibilità della condizione degli impianti e per la dispersione delle loro potenzialità produttive sono state al centro dell’incontro.
«Sindacati e città – ha detto Federici – non intendono assistere alla dissipazione di questo patrimonio. Con senso di responsabilità, consapevoli delle difficoltà della finanza pubblica, ma con fermezza e nettezza chiedono risposte sul futuro dell’Arsenale. Si fa pressante la necessità di delineare un disegno generale sul destino complessivo, nel medio e lungo termine, di questo enorme apparato produttivo e si fa ancora più urgente la necessità di avviare nel breve termine quanto previsto dal Piano Brin». Il sottosegretario Rossi, programmando una serie di sopralluoghi e di incontri alla Spezia entro la fine dell’anno ha aperto come richiesto il confronto sul futuro produttivo dello stabilimento, confronto che potrà essere gestito anche alla luce della legge di stabilità in discussione.
Altro elemento centrale della discussione sono state le questioni attinenti l’industria della difesa alla Spezia e in particolare problematiche riguardanti Oto Melara e Mbda. È stato richiesto il finanziamento certo della commesse in lavorazione presso l’Oto Melara e dei progetti di refitting dei prodotti Mbda, che garantiscono la continuità produttiva e occupazionale di entrambi i siti.