Fiori, vino e olio per trainare l’export a ponente. Il report Unioncamere per il primo semestre 2015 sottolinea l’ottimo risultato del comparto agricolo sia in provincia di Imperia (+11,8%) che di Savona (+12%). A Imperia l’export agricolo, con 77 milioni, è pari a un terzo del valore totale delle esportazioni. Savona totalizza 105 milioni nel settore, a fronte di 860 milioni di euro di merci e servizi esportati.
A trainare le vendite all’estero, in entrambi i casi, è il settore floricolo e vivaistico: «Sia il fiore che le piante in vaso hanno registrato valori positivi – spiega Luca De Michelis, presidente del Distretto florovivaistico della Liguria – ed è finalmente buono anche quello del reciso, settore tradizionalmente in sofferenza». Secondo Giorgio Lazzaretti, direttore del Consorzio Olio Dop Riviera Ligure, «si è ormai abituati a vedere riconosciuta la qualità del prodotto ligure da parte dei mercati esteri. Quella dell’olio è stata un’annata difficile, è risaputo: la produzione Dop 2014 si è fermata a 2930 tonnellate contro una media di 5000. Ma se da una parte l’olio Dop certificato fa da traino per gli altri prodotti, come un biglietto da visita, è chiaro che le aziende commerciali avevano e hanno tutt’ora la capacità di aumentare vendite e fatturati». Con l’avvio della nuova stagione olivicola, le prospettive per il 2015 sono quelle di tornare ai numeri degli anni precedenti.
Giancarlo Cassini, ex assessore regionale e presidente della Cooperativa Riviera dei Fiori di Taggia, spiega l’andamento del settore vitivinicolo: «La nostra è una produzione fatta quasi esclusivamente da piccoli produttori locali, senza grosse aziende commerciali. Quando aumenta il prodotto, e cresce la qualità, abbiamo un conseguente aumento delle vendite e delle esportazioni. Vale per il Rossese, per l’Ormeasco, ma anche per Pigati e Vermentini».
Tutti concordi nell’attribuire valore alle iniziative di promozione condotte dal sistema camerale, e Regione Liguria: «La via intrapresa con successo – spiega Giorgio Lazzaretti – è stata quella che ha permesso di associare il mondo produttivo agricolo, grazie ad un lavoro di accompagnamento da parte istituzionale». Enoteca ligure, Distretto, Oleoteca (in divenire), tra i protagonisti dell’alleanza.
Grande anche l’impegno da parte dei produttori: solo lo scorso anno l’associazione Vigne Storiche di Dolceacqua ha completato un faticoso lavoro di zonazione dei vigneti, ora pienamente distinti e riconoscibili da “nomeranze” (o “cru”), particolarmente apprezzate dagli intenditori. Se olio, vino e “terroir” si sposano con la promozione turistica, il fiore è meno legato a questa visione: «Le sinergie col turismo sono più facili per l’agroalimentare – chiarisce De Michelis per il Distretto – ma anche noi cerchiamo di dare valore al prodotto». Puntando in prevalenza sulla promozione orientata al business.