Nelle prossime settimane si cominceranno a tirare le somme del progetto “Inno Pro Ind” (ormai gli acronimi imperversano: significa “innovazione proprietà industriale”) lanciato a maggio 2012 da Unioncamere Liguria con il supporto della Regione e delle Camere di Commercio (www.lig.camcom.it/innoproind) e con la partecipazione dell’Università, delle associazioni di categoria e di molti altri enti e aziende. Il progetto ha come finalità, tramite studi, incontri, consulenze nei confronti delle aziende, la promozione dell’innovazione industriale attraverso la “cultura brevettuale” ma anche l’incentivazione dell’accesso al credito delle molte Pmi liguri che mostrino capacità di innovazione. Si mira in sostanza alla definizione di una metodologia condivisa di valutazione economico-finanziaria della proprietà industriale (PI) e “di criteri di rating aziendale compatibili con gli strumenti di credito attualmente disponibili e in grado di stimolare la definizione di nuove opportunità di accesso al credito per la programmazione post 2013”.
Che cosa significa in soldoni? Spiega Raffaella Bruzzone che segue il progetto per Unioncamere: «Ogni impresa riceve una valutazione complessiva basata su criteri approvati a livello nazionale per evidenziare il valore economico dei brevetti, ossia la creazione di valore dentro l’azienda e sul mercato derivante dallo sfruttamento della nuova tecnologia brevettata e di “misurare” così i brevetti in un contesto di business in presenza di una “iniziativa di sfruttamento”, di un business plan. L’obiettivo finale è di creare una relazione virtuosa tra brevetto-business-tecnologia-mercato, al fine di valorizzare l’importanza degli strumenti di tutela della proprietà industriale nella strategia di innovazione e di competitività dell’impresa e di potere avvalorare questi criteri nella definizione delle opportunità di finanziamento/accesso al credito delle imprese nella programmazione 2014-2020».
In sostanza si sta realizzando la mappatura delle imprese liguri per identificare quelle rivolte alle innovazioni e allo sviluppo di brevetti. Il principio è semplice: il valore di molte aziende è in buona parte costituito dai cosiddetti intangible asset, che comprendono anche brand e reputazione, ma soprattutto i diritti di proprietà industriale. I brevetti forniscono una serie di vantaggi economici e competitivi derivanti dalla concessione di licenze d’uso o dalla vendita del brevetto o anche da accordi tra imprese per utilizzare i brevetti di ognuna. Tra l’altro le imprese che “inventano” hanno maggiore possibilità di ottenere risorse finanziarie integrative. Anche l’Unione europea spinge molto in questa direzione che, in pratica, rappresenta il passaggio a una società di “knowledge based companies” rispetto a quella tradizionale di “product based companies”. Per chi “inventa” sono disponibili anche alcuni bandi che finanziano il lavoro di ricerca (come “Brevetti +”, un bando lanciato nel 2012 e senza termine di chiusura che sostiene con contributi a fondo perduto queste attività o i finanziamenti agevolati previsti dal Fondo Nazionale Innovazione; o ancora bandi regionali: in Liguria si è lanciato il “prestito partecipativo regionale”).
Alle imprese è richiesta la partecipazione all’indagine che intende far emergere le realtà imprenditoriali innovative e potenzialmente innovative della regione (il questionario è disponibile sul sito di Unioncamere www.lig.camcom.it). Ma le possibilità offerte riguardano anche percorsi formativi in tema di proprietà industriale, e la fruizione di servizi di assistenza tecnica (prevalutazione dell’idea brevettuale, individuazione degli strumenti finanziari di sostegno e, in una seconda fase, valutazione e trasferimento tecnologico per l’individuazione delle opportunità di business). Le imprese liguri che lo richiederanno entreranno a far parte di un pool che verrà sottoposto all’analisi comparata dei principali metodi econometrici per la valutazione economico-finanziaria dei brevetti.
Le iscrizioni sono ancora aperte fino a marzo; al momento hanno aderito 15 imprese. In sostanza il progetto parte dalla considerazione – ormai condivisa a livello italiano e anche europeo – che il “vecchio Mondo” può competere solo attraverso l’intelligenza e l’innovazione. Non a caso esistono vari progetti europei di sostegno al settore dei brevetti e anche il ministero dello Sviluppo economico “spinge” molto in questa direzione attraverso l’ufficio italiano brevetti e marchi (Uibm). Non sono ancora disponibili i dati del 2013, ma l’anno precedente sono stati registrati in Italia brevetti per 5.317 invenzioni industriali e 2.155 modelli di utilità (per la distinzione delle varie categorie vedi box) oltre a 31.180 nuovi marchi (più 17.242 rinnovi) e 1.696 disegni e modelli. Per quanto riguarda la Liguria, negli ultimi tre anni (2011-2013), i brevetti depositati– come conferma Unioncamere – sono stati complessivamente 424 (160 nel 2011, 131 nel 2012, 133 nel 2013). Di questi, 387 sono stati depositati a Genova, 12 a Savona, 17 alla Spezia, 8 a Imperia. Per promuovere il progetto, alla fine dello scorso maggio Unioncamere ha organizzato una serie di “aperitivi dell’innovazione” alla Spezia, Genova e Imperia (hanno partecipato 88 imprese e un buon numero di spin-off universitarie e start-up). Successivamente è partito un corso di formazione (a distanza, tramite una piattaforma online e, per Genova e la Spezia, in aula), con appuntamenti bisettimanali della durata di tre ore ciascuno. Vi hanno partecipato 42 imprese (24 genovesi, dieci spezzine, sei imperiesi e due di Savona).
In sostanza un percorso ancora “in viaggio”, ma già visto come un successo in Unioncamere. Dice Bruzzone: «Unioncamere Liguria si considera soddisfatta dell’andamento di questo progetto per una serie di motivi: in primis, la capacità di aggregazione nel Tavolo di coordinamento appositamente costituito da Regione Liguria, Camere di Commercio liguri e Università di Genova con i privati, a partire da associazioni di categoria liguri, Poli di innovazione e Distretti tecnologici liguri, maggiormente coinvolti in tema di proprietà industriale. E poi la risposta positiva delle imprese liguri che hanno aderito all’iniziativa e che di essa apprezzano i servizi formativi e di assistenza personalizzata al trasferimento tecnologico e all’individuazione di nuove opportunità di mercato».