La Liguria ha tempo sino alla fine dell’anno per ideare l’impianto base su cui costruire la propria partecipazione all’Expo 2015, ma soprattutto per fare proposte ai tour operator cercando di attrarre una buona percentuale di quei 20 milioni di turisti attesi nel periodo che avrà il suo culmine tra maggio e ottobre 2015. Giuseppe Oriana, che per Confindustria nazionale ha la delega all’Expo di Milano, è stato chiaro. L’imprenditore spezzino, attuale presidente di Confindustria Pistoia, ospite del primo incontro-aperitivo organizzato da Liguria Business Journal alla Pasticceria Liquoreria Marescotti di Genova, non si è limitato a presentare i vantaggi di investire e di partecipare, ma ha lanciato “ami” che la Liguria dovrebbe agganciare in fretta per non perdere il treno più importante in un periodo di tale crisi: fabbriche e botteghe aperte, focus sulla filiera dell’olio e del vino, attrarre turisti con proposte culturali e di spettacolo originali, magari puntando su una location unica, quella del mare. Questi alcuni dei suggerimenti che Oriana dà agli imprenditori liguri in vista dell’Expo. Un’esposizione universale dedicata all’energia e all’agroalimentare (vedi Liguria Business Journal n. 5/2013), che, come successe nel 1906 (sempre a Milano, ma quella volta era dedicata ai trasporti), è destinata a cambiare anche in modo permanente il territorio (all’epoca venne realizzato il traforo del Sempione). «Sarà l’Expo di tutti – dice Oriana – e la Liguria mi sembra intenzionata a cogliere l’occasione», un’occasione che non capita proprio tutti i giorni e che avrà gli effetti di un’onda lunga su turismo e commercio anche ben oltre il termine della manifestazione. Le cifre sono da capogiro: 1,3 milioni di investimenti stranieri sinora, 2 miliardi di investimenti pubblici, 400 milioni di sponsor privati, 200 mila persone al giorno in visita, si calcola che dal 2014 al 2019 venga attivato il pil per 2,5 miliardi mensili. Una sfida anche sulla gestione dei rifiuti per esempio.
«Questa esposizione – sottolinea Oriana – permette di mostrare il meglio dell’Italia, che è un Paese manifatturiero e Genova e la Liguria possono dare molto». Il presidente di Confindustria Pistoia indica tre “driver”: mettere al servizio dell’Expo la capacità tecnologica di Finmeccanica, Selex Es (partner tecnologico con 28 milioni di euro, mettendo a punto la piattaforma safe city & main operation center, per la sorveglianza e la protezione del sito espositivo, dei padiglioni e delle altre infrastrutture) e dell’Università, messa in rete con le aziende; puntare sull’industria alimentare a partire dall’olio e dal vino e ovviamente dal pesto; diventare il porto dell’Expo, sulla scia della tradizione di storica apertura alle genti provenienti da tutto il mondo. Visita all’Expo e poi soggiorno a Genova o alle Cinque Terre, come fare per attrarre anche solo una piccola cifra di visitatori? «Intanto occorre capire su quale Paese di vuole “investire” – puntualizza Oriana – Brasile? Cina? Russia? E di conseguenza invitare i maggiori tour operator dello Stato prescelto, proponendo qualcosa di originale e farlo adesso. Svizzera e Francia si sono già mosse e la Toscana sta già organizzando una serie di eventi a partire dai concerti nelle cave a Massa e ha invitato 50 personaggi internazionali a essere ambasciatori del territorio». A coordinare le operazioni ci sarà Liguria International, che si occuperà di 4 livelli svelati dal presidente Franco Aprile: offrire i contenuti della Liguria agli architetti che cureranno il padiglione Italia, calamitare le delegazioni internazionali, gestire con l’agenzia In Liguria tutta la parte turistica, ma soprattutto «convincere Trenitalia a far partire tre volte al giorno un treno veloce che arrivi a Milano Rogoredo in 58 minuti, costi quel che costi – ribadisce Aprile – piuttosto il treno lo compriamo». «Studiare anche collegamenti con la Francia – aggiunge Oriana – rappresenterebbe una marcia in più». Anche l’aeroporto potrebbe es- sere coinvolto: «Pisa – dice Oriana – si è già candidata a ospitare un volo giornaliero da Shanghai». L’ambasciatore cinese, intanto, ha già annunciato almeno 1,5 milioni di visti per il 2015.
Abbinare la cultura all’accoglienza turistica sembra essere una delle chiavi vincenti, ma la trasversalità dell’Expo emerge dalle idee lanciate da Beppe Oriana: «Anche le strutture sanitarie possono partecipare: stiamo studiando un focus sull’alimentazione del malato, l’alimentazione per i bambini».
Fare rete è la parola d’ordine e una piattaforma software aiuterà a collegare gli operatori del territorio. «Per vincere questa sfida – ribadisce il presidente di Confindustria Pistoia – occorre scordarsi delle divisioni politiche e lavorare insieme». E a giudicare dall’interesse che ha suscitato questo incontro, la voglia di lavorare insieme c’è: presenti gli esponenti del Gruppo giovani riuniti, interventi concreti e già qualche proposta come quella di Francesco Berti Riboli, a.d. della casa di cura Villa Montallegro spa, che ha annunciato la costituzione di una rete delle case di cura private italiane che avrà come primo target gli stranieri, ma ha anche lanciato – da appassionato di golf e in qualità di presidente del circolo Colline di Gavi – un’idea di valorizzare l’autostrada A7 e il collegamento con le due riviere, come itinerario per gli appassionati delle 18 buche (all’estero il golf è uno sport di massa o quasi). Germano Gadina, presidente regionale di Coldiretti, associazione direttamente coinvolta nell’Expo, sottolinea come i prodotti tipici italiani siano imitati in tutto il mondo e che il messaggio lanciato dai coltivatori è quello dell’internazionalizzazione e della lotta alla contraffazione.
Probabilmente ci sarà spazio anche per lo sport, Oriana ha annunciato la possibilità di organizzare derby ad hoc soprattutto per i turisti dell’estremo Oriente, anche quello di Genova potrebbe rientrare in questo piano.