Chi abita o transita sul ponte di Cornigliano si può dire che ormai alla puzza non ci fa quasi più caso. L’olezzo inconfondibile che pervade l’aria è causato dall’ormai datato depuratore di Cornigliano, un impianto su un’area di 30 mila mq che dovrebbe essere sostituito dal nuovo Dac, depuratore di area centrale, nelle aree ex Ilva (15 mila mq, sufficienti grazie ai passi da gigante fatti dalla tecnologia impiantistica).
I fondi ci sono, stanziati dal 2009, ma i lavori sono fermi da tempo a causa di una “dimenticanza” non da poco, lo rivela Enrico Pignone, consigliere delegato all’Ambiente della Città Metropolitana di Genova: «In conferenza dei servizi per la Gronda di Ponente il Comune non ha mai fatto notare che il tracciato scelto interferiva con l’area del nuovo depuratore, tra l’altro scelta prima che venisse approvata la Gronda».
A novembre Autostrade aveva fatto sapere che non era intenzionata a modificare alcunché, di qui la lettera scritta da Città Metropolitana al Comune di Genova sollecitando un incontro urgente, che dovrebbe avvenire a breve.
Nel frattempo, nel corso degli anni, la zona ha conosciuto un boom commerciale nell’area di Campi per esempio, che ha fatto impennare il numero di “abitanti equivalenti”, ossia il metro attraverso cui si progetta un depuratore, cercando di prevedere quanto dovrà depurare. Inoltre il depuratore si è sobbarcato anche il percolato di Scarpino. L’impianto è a norma per quanto riguarda la qualità del filtro dell’acqua, ma non per gli odori. In sostanza è vitale realizzare quello nuovo e in un’altra lettera scritta proprio ad Autostrade, Pignone fa rilevare che a breve sarà aperta la conferenza dei servizi per il progetto definitivo e che Città Metropolitana, essendo “l’Autorità procedente”, è tenuta a concludere l’opera, “anche operando gli espropri che si rendessero necessari per la sua realizzazione”.
Del resto gli investimenti pianificati da qui sino al 2025 sono molti: 6,7 milioni già spesi dal 2009 al 2015, 4 milioni per il 2016 e 2017, 5 per il 2018, 7 per il 2019, 13 per il 2020, 10 per il 2021 e 2022, 15,2 milioni per il 2023, 2024 e 2025.