“Non so cosa sia stato peggio, la prima ondata di acqua o la seconda ondata di aiuti”. La dichiarazione è di un funzionario dello Sri Lanka che riflette sulle conseguenze dell tsunami del 2044, è riportata nel libro “Aid on the Edge of Chaos” (New York, Double-day, 2013, pag. 135) e viene ripresa da Tom G. Palmer e Matt Warner in “Sviluppo e dignità” (IBL Libri, 2024, pag 133).
Palmer è vicepresidente esecutivo per i programmi internazionali di Atlas Nework, di cui Warner è presidente. Atlas Network è un’organizzazione non governativa con sede negli Stati Uniti che fornisce formazione, networking e sovvenzioni a think tank a favore dell’economia di mercato in tutto il mondo.
Perché gli aiuti allo Sri Lanka, come in altre parti del mondo, non hanno ottenuto gli effetti voluti? I due autori in “Sviluppo e dignità” riflettono sulle esperienze fatte nella loro organizzazione e in vari centri studi. Il libro, spiegano, “si colloca al crocevia tra le politiche per lo sviluppo, l’economia, la sociologia, l’antropologia e la teoria morale politica, contribuendo a sviluppare un tema unificante che crediamo incarni la localizzazione nella sua forma più fondamentale: la dignità dell’individuo. Di conseguenza, affrontiamo questioni molto attuali dello sviluppo economico e dei sistemi istituzionali e giuridici e confrontiamo i modelli di sviluppo democratici e autocratici in competizione tra loro”. Pag 14).
La dignità dell’individuo, e il temine dignità compare nei titoli dei dieci capitoli del libro, è il tema unificante, è il concetto che fornisce la risposta di fondo alla domanda sul fallimento di molti aiuti internazionali. Perché, in sostanza, questi aiuti non considerano adeguatamente il ruolo della cultura, del contesto e delle istituzioni locali. Il libro dimostra che la via della prosperità passa per la valorizzazione di ogni singola persona. Gli ordini sociali che riconoscono l’autonomia e la dignità umana liberano un’enorme energia produttiva. La dignità è alla base della libertà democratica e dello sviluppo sociale ed economico. Nei paesi “in via di sviluppo” questo comporta, per chi vuole aiutarli, abbandonare un approccio paternalistico fondato su teorie generali elaborate da esperti e riconoscere il ruolo di protagonisti che svolgono le popolazioni e, in primo luogo, i singoli individui. Ed è evidente che le indicazioni di Palmer e Warmer non valgono solo per i paesi in via di sviluppo, valgono per tutti: libertà politica ed economica, autodeterminazione e decentramento sono i componenti del motore che produce benessere.
Che cosa intendono Palmer e Warner nel loro lavoro per dignità? Il rispetto che l’uomo, fiducioso nel proprio valore, sente nei confronti di se stesso e traduce in un comportamento adeguato. Perché possa farlo deve essere libero, e questo presuppone un ordinamento democratico e liberale. E decentrato, perché i bisogni locali sono percepiti e soddisfatti in primo luogo da amministrazioni locali. La democrazia liberale premia le idee e le scelte individuali. Queste permettono l’innovazione, che spesso non è riconducibile a una scoperta geniale di un solo individuo ma il risultato di un sistema complesso, di accumulo di esperienze e variazioni di processi esistenti. La dignità è il fine supremo, che porta con sé pace e benessere , e i mezzi devono essere coerenti con il fine.