Il Comitato di gestione dell’Autorità di sistema portuale di Genova ha approvato la delibera per lo spostamento dei depositi chimici di Superba e Carmagnani a Ponte Somalia. Ma provvedimento è passato con la richiesta di approfondimenti e due componenti si sono astenuti e in precedenza era arrivato il no della Commissione consultiva dell’Autorità di sistema.
Nella commissione imprese e mondo del lavoro hanno optato per il no per la mancanza di pronunciamenti certi da parte dei ministeri competenti e dell’Enac e perché un’ordinanza della Capitaneria impedisce il passaggio, non solo la sosta, di navi che trasportano sostanze chimiche e petrolchimiche nel canale di Sampierdarena.
Il Pd sulla vicenda attacca il presidente dell’Autorità di sistema Paolo Emilio Signorini e il sindaco Marco Bucci.
«Con il voto di questa sera – si legge in un comunicato emesso nella tarda serata di ieri dal Gruppo Pd nel Comune di Genova e dal Pd Genova – il Comitato di Gestione di Autorità di Sistema Portuale assume una decisione incomprensibile, che rischia di pregiudicare lo sviluppo del porto di Genova anche rispetto agli investimenti stanziati per la nuova diga foranea. Una decisione che giunge nonostante la contrarietà espressa dalla Commissione Consultiva di questo pomeriggio, che ha bocciato la proposta con soli due voti favorevoli. Attendiamo di conoscere le ragioni per cui il Comitato ha deciso di disattendere il parere dei lavoratori e degli operatori portuali, su una vicenda così delicata, a seguito di un’istruttoria brevissima, non sostenuta dai precedenti studi di fattibilità e senza alcun confronto con la città.»
Secondo il Pd «Le perplessità emerse nella Commissione consultiva, e in questi giorni espresse da Enac, dal Ministero delle Infrastrutture e dalla Capitaneria di Porto, pongono seri dubbi sulla fattibilità del trasferimento, e comunque mettono in guardia sul saldo occupazionale negativo che deriverà dall’operazione» e sono «politicamente molto significative le astensioni in Comitato di Gestione del componente nominato dal Comune di Genova e della Capitaneria di Porto, su cui incombe l’arduo compito di modificare le norme che regolano la navigazione nel bacino di Sampierdarena».
La nota conclude che «Siamo di fronte ad una scelta che smentisce la pianificazione del porto pregiudicandone lo sviluppo, che rompe la pace sociale nel Porto di Genova, che tradisce gli impegni di Autorità Portuale nel rapporto con la città. Siamo convinti che grazie ai finanziamenti del Decreto Genova e del PNRR si possano trovare soluzioni migliori, da calata oli minerali alla nuova diga, che non interferiscano con le attività portuali esistenti e abbiano minore impatto sulla città. Il sindaco-commissario Bucci e il presidente Signorini si assumono una responsabilità storica, e dovranno renderne conto alla città, alla comunità portuale, ai lavoratori e ai cittadini genovesi, a partire dal Consiglio comunale straordinario di cui abbiamo richiesto l’immediata convocazione».
Sulla questione è intervenuto anche il consigliere regionale del Pd Pippo Rossetti con un comunicato in cui dichiara: « Il voto contrario, anche se non vincolante, della commissione consultiva sul trasferimento dei depositi chimici a Ponte Somalia è la dimostrazione che le scelte di Bucci sono sbagliate nel merito e nel metodo. Il sindaco si muove come un elefante in una cristalleria: senza pensare alle conseguenze. Il trasferimento a Ponte Somalia rischia di creare una situazione conflittuale all’interno del Porto, proprio quello che invece va evitato, in un momento in cui bisogna muoversi uniti, in vista dei numerosi fondi che arriveranno dal Pnrr per le infrastrutture. Il rischio invece e di ritrovarsi di fronte a ricorsi al Tar, veti incrociati e blocchi, che porteranno a un allungamento dei tempi delle decisioni da prendere per lo sviluppo del Porto. L’operato del sindaco non è sostenuto neanche da Toti – osserva Rossetti -: il presidente della Regione non si è presentato alla riunione del comitato di gestione, e solo così si può spiegare la sua assenza. D’altra parte non poteva che finire in questo modo visto che si riducono gli occupati, si impedisce l’espansione di imprese già operanti in loco, si mette a rischio la sicurezza dell’aeroporto e si creano ulteriori tensioni con la popolazione di Sampierdarena, già sfinita».