Tra le regioni italiane la Liguria si distingue per una performance occupazionale superiore alla media nazionale. È quanto emerge dal focus “Crisi demografica e invecchiamento: l’impatto sul mercato del lavoro in Liguria”, realizzato dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro e diffuso questa mattina alla conferenza stampa di presentazione del Festival del Lavoro 2025, che si svolgerà a Genova, ai Magazzini del Cotone dal 29 al 31 maggio.
Secondo il report della Fondazione tra il 2019 e il 2024 gli occupati nella fascia 15-64 anni sono aumentati del 5,2%, pari a circa 30 mila unità in più, a fronte del +3,2% dell’Italia e del +2,2% del Nord Ovest. Crescono sia la componente maschile (+6,3%) sia quella femminile (+3,8%), ma è soprattutto tra i giovani che si registrano i segnali più incoraggianti: +12,9% nella fascia 15-34 anni, con un incremento costante dei tassi di occupazione.
Un contesto dinamico, quello ligure, che offre importanti opportunità, ma che impone anche una riflessione sul futuro del mercato. La Liguria è la regione con la più alta incidenza di lavoratori over 50, pari al 45,4% degli occupati, contro una media nazionale del 40,6%. Questa dato, se da un lato segnala la tenuta del tessuto produttivo locale, dall’altro accentua le difficoltà legate al necessario ricambio generazionale. Secondo le proiezioni elaborate dalla Fondazione Studi su dati Istat, entro il 2040 la popolazione in età attiva (15-64 anni) potrebbe ridursi di oltre 106 mila unità, con una conseguente perdita potenziale di 72 mila occupati.
A livello provinciale, Genova, che rappresenta oltre la metà della forza lavoro regionale, sarà chiamata a gestire una riduzione di circa 40 mila occupati (-11,8%). A seguire, Savona con un -14,4%, La Spezia con -10,3% e Imperia con -9,3%.
Numeri che spingono a investire ora su nuove politiche del lavoro, in grado di prevenire le criticità e attivare le risorse esistenti. A questa dinamica si aggiunge un altro dato: la crescente difficoltà di reperimento di figure professionali da parte delle imprese, in particolare, operai specializzati, conducenti e tecnici dell’industria. Infatti, tra il 2019 e il 2024, la quota di assunzioni considerate di difficile reperimento in Liguria è più che raddoppiata, passando dal 23,4% al 49,9%.
Secondo Ester Dini, responsabile dell’Ufficio Studi di Fondazione Studi Consultanti del Lavoro, «Il dato più interessante è la crescita dell’occupazione, anche perché è molto più significativa di quanto non avvenga nella media delle regioni del Nord-Ovest. e questo probabilmente può essere spiegato sia da fattori demografici, cioè dal fatto che questa quota consistente di baby boomers che si sta spostando verso l’uscita dal lavoro, comunque aumenta, fa aumentare il volume di occupati, però anche sicuramente dalla buona ripresa del settore costruzioni e credo ci sia un impatto anche rilevante degli investimenti in partenza col Pnrr. Diciamo che tutte le fasce d’età registrano una crescita, a parte quella tra i 35 e i 49 anni, un dato imputabile a fattori proprio demografici»..
«Occorre una più stretta sinergia tra le istituzioni locali e le aziende – ha detto Rosario De Luca, presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro – per rispondere alle esigenze del mercato, valorizzare maggiormente il contributo delle donne e lavorare affinché il mondo della scuola e del lavoro convergano. Solo così potremo trasformare le sfide demografiche e tecnologiche in vere opportunità di crescita. Lavoratori, professionisti, università, istituzioni devono valutare se le proprie capacità sono adatte al momento storico. se no si diventa autoreferenziali e si viene anche esclusi, in particolare l’università può fornire laureati che non hanno molto appeal rispetto al lavoro e al mondo aziendale».