Nel 2024 i distretti agroalimentari italiani registrano un nuovo record di esportazioni con oltre 28 miliardi di euro di vendite sui mercati esteri e una crescita del 7,1% rispetto al 2023. È quanto emerge dalla nuova edizione del Monitor dei distretti agroalimentari italiani al 31 dicembre 2024, curato dal Research Department di Intesa Sanpaolo.
Tra i distretti analizzati nel report c’è anche quello florovivaistico del ponente ligure che nel 2024 ha raggiunto i 184 milioni di euro di esportazioni, 18 milioni in più di quanto registrato nel 2023, pari a un incremento del 10,6%.
In testa alla classifica nazionale del 2024 si posiziona il distretto dei dolci di Alba e Cuneo che con un fatturato estero in crescita del 16,5% a quota 2.143 milioni di euro scalza il primato del distretto dei vini di Langhe, Roero e Monferrato a quota 1.940 milioni di euro (-1,7% sull’export 2023).
L’andamento osservato nel 2024 è in linea con il totale del settore agroalimentare italiano, di cui i distretti rappresentano il 42,5% in termini di valori esportati, che ha superato quota 67 miliardi di euro (+8,3%). I distretti agro-alimentari fanno meglio rispetto agli altri distretti manifatturieri italiani, che chiudono in lieve crescita il quarto trimestre (+0,5% tendenziale) ma archiviano il 2024 in leggero arretramento (-0,4%).
Il bilancio complessivo del 2024 vede protagonista la filiera dell’olio, con un progresso sui mercati esteri del 40,9% a prezzi correnti, a fronte di prezzi alla produzione sui mercati esteri che per gli oli e grassi hanno registrato un aumento del 7,4% rispetto al 2023.
Per quanto riguarda i Paesi che acquistano i nostri prodotti, la Germania si conferma il primo partner commerciale nel 2024 (+6,9%, 5.167 milioni di export pari al 18% del totale); bene anche i flussi destinati alla Francia (+4,8%), stabile il contributo del Regno Unito (+0,4%). Ma la destinazione verso la quale si è registrata la maggior crescita sono gli Stati Uniti (+14,9%, 3.697 milioni pari al 12,9% dell’export dei distretti), e questo aumento non sembra legato a eventuali politiche di approvvigionamento anticipato post-elezione di Trump, avvenuta a novembre: tassi di crescita sostenuti si sono registrati in tutti i trimestri dell’anno. I dazi introdotti e parzialmente sospesi dall’amministrazione Trump ai primi di aprile del 2025 vanno a colpire ad ampio raggio molta parte della produzione italiana; tra i comparti distrettuali più esposti l’olio, il vino e i latticini.
Secondo l’analisi di Intesa Sanpaolo la ricerca di nuovi partner commerciali resta una strategia molto valida di diversificazione del rischio derivante dall’entrata in vigore di dazi più pesanti. Buon contributo alla crescita dell’export dei distretti agroalimentari è venuto infatti anche dalle economie emergenti, che rappresentano il 20% del totale: crescono del 7,7% nel 2024 contro un +6,9% delle economie avanzate. Tra queste vanno segnalate Polonia (+15,3%) e Romania (+15,2%); bene anche la Cina (+9,7%) grazie allo sprint del quarto trimestre (+16,9%).
Massimiliano Cattozzi, responsabile direzione Agribusiness Intesa Sanpaolo, ha dichiarato: «Il nuovo record dell’export dei distretti agroalimentari italiani conferma la forza competitiva delle nostre filiere e la crescente domanda internazionale di prodotti di qualità, identitari e sostenibili. La Banca dei Territori, attraverso la Direzione Agribusiness, è al fianco delle imprese in questo percorso di crescita, accompagnandole con soluzioni concrete per affrontare le sfide di un contesto globale in rapida evoluzione: nuovi mercati, transizione green, digitalizzazione e ricambio generazionale. Grazie alla sinergia con partner e istituzioni, alla nostra rete capillare e a un programma dedicato allo sviluppo delle filiere, accompagniamo ogni giorno oltre 80.000 clienti nella valorizzazione del Made in Italy nel mondo, trasformando la presenza internazionale del Gruppo in una leva strategica per la competitività del Paese».