La Liguria si distingue come leader nazionale nella capacità di assorbimento naturale di CO2, con 324 tonnellate di gas serra assorbite per km quadrato, un valore più che triplo rispetto alla media nazionale di 91 tonnellate. I dati del monitoraggio di Ciro (Climate Indicators for Italian RegiOns) evidenziano inoltre come la regione ligure eccella nel settore dei trasporti, con il tasso di motorizzazione più basso in Italia (562 auto ogni mille abitanti contro una media nazionale di 694) e il più alto numero di passeggeri del trasporto pubblico locale in rapporto alla popolazione (203 contro una media italiana di 82).
La piattaforma Ciro, realizzata da Italy for Climate in collaborazione con Ispra, ha rilevato altri importanti punti di forza nella performance ambientale ligure: i consumi medi degli edifici (185 kWh/mq) sono i più bassi d’Italia, le emissioni pro-capite risultano inferiori alla media nazionale e la performance del settore industriale è generalmente positiva, soprattutto per i consumi di energia, che sono tra i più bassi d’Italia in rapporto al valore aggiunto. Eccellente anche la performance nel settore agricolo, con le emissioni pro-capite e il numero di bovini allevati in rapporto alla popolazione più bassi in Italia.
Le principali criticità per la Liguria sono rappresentate dalla bassa quota di energia da fonti rinnovabili, che con il 9% rappresenta il valore più basso in Italia, e dalla scarsa diffusione di comunità energetiche rinnovabili, con solo 4 attivate sul territorio regionale. Anche la percentuale di edifici in classe A è molto bassa (5%), ben al di sotto della media nazionale dell’11%. Resta inoltre significativa la quota di popolazione esposta a rischio alluvione (18%), riflettendo la particolare conformazione orografica del territorio.
«La capacità delle regioni di monitorare e migliorare le proprie performance climatiche rappresenta oggi un elemento cruciale per accelerare la transizione ecologica del nostro Paese – afferma Andrea Barbabella, coordinatore di Italy for Climate -. Per guidare efficacemente questa transizione sono necessari dati e informazioni sempre più aggiornati e affidabili. È proprio con questo obiettivo che Italy for Climate, in collaborazione con Ispra, ha sviluppato Ciro: uno strumento che supporta concretamente le regioni nel percorso verso la decarbonizzazione. Attraverso il monitoraggio puntuale delle performance e l’identificazione di best practice, Ciro valorizza le eccellenze territoriali italiane, creando un network virtuoso di sostenibilità che può fungere da acceleratore per l’intero sistema Paese».
Ciro è il primo database italiano dedicato al monitoraggio e al confronto delle performance climatiche regionali, grazie ad un’analisi articolata in 26 indicatori strategici suddivisi in 8 aree tematiche. La piattaforma non si limita a fotografare la situazione attuale, ma consente di mettere in relazione i progressi locali con gli obiettivi nazionali ed europei di decarbonizzazione, offrendo quindi un supporto concreto alle pubbliche amministrazioni per la pianificazione delle politiche climatiche regionali.
Le performance della Liguria nelle 8 aree tematiche del monitoraggio
Emissioni: la Liguria detiene il primato nazionale per capacità di assorbimento naturale di CO2, con 324 tonnellate di gas serra assorbite per km quadrato, un valore che supera di oltre tre volte la media italiana di 91 tonnellate. Questo eccezionale risultato è accompagnato da emissioni pro-capite inferiori alla media nazionale.
Energia: i consumi energetici pro-capite della regione si attestano su valori in linea con la media nazionale, un dato positivo considerando la densità abitativa e le caratteristiche del territorio. Il mix energetico presenta invece criticità significative, con una forte dipendenza dalle fonti fossili, la presenza di carbone e una quota di rinnovabili particolarmente bassa (9%), che rappresenta un’area prioritaria di intervento per la transizione energetica regionale.
Rinnovabili: il settore delle energie rinnovabili costituisce il principale punto debole della performance ambientale ligure. La regione registra il valore più basso in Italia per quota di energia da fonti rinnovabili (9%) e mostra una tendenza al calo nelle nuove installazioni rispetto alla precedente rilevazione. Anche lo sviluppo di comunità energetiche rinnovabili risulta limitato, con sole 4 iniziative attivate sul territorio.
Edifici: il patrimonio edilizio ligure presenta performance contrastanti: da un lato, i consumi medi degli edifici (185 kWh/mq) sono i più bassi d’Italia, un risultato eccellente che riflette l’efficienza energetica complessiva; dall’altro, la percentuale di edifici in classe A è ferma al 5%, molto al di sotto della media nazionale dell’11%. Le emissioni pro-capite e la quota di consumi elettrici si attestano su valori in linea con la media italiana.
Trasporti: la Liguria eccelle nel settore della mobilità sostenibile, detenendo due primati nazionali: il tasso di motorizzazione più basso in Italia, con 562 auto ogni mille abitanti (contro una media nazionale di 694), e il più alto utilizzo del trasporto pubblico locale, con 203 passeggeri in rapporto alla popolazione (contro una media italiana di 83).
Industria: il settore industriale ligure mostra una performance generalmente positiva in rapporto al valore aggiunto prodotto, con emissioni di gas serra contenute e consumi energetici tra i più bassi d’Italia. La quota di consumi elettrici nell’industria risulta in calo e inferiore alla media nazionale.
Agricoltura: l’agricoltura rappresenta un settore di eccellenza per la Liguria, che registra sia le emissioni pro-capite che il numero di bovini allevati in rapporto alla popolazione più bassi in Italia. Anche l’utilizzo di fertilizzanti per ettaro risulta inferiore alla media nazionale, mentre la quota di agricoltura biologica (18%) è allineata con la media italiana.
Vulnerabilità: la particolare conformazione orografica della Liguria si riflette in una significativa vulnerabilità agli eventi climatici estremi. Sebbene il numero di eventi registrati nell’ultima rilevazione sia stato leggermente inferiore alla media nazionale, la quota di popolazione esposta a rischio alluvione (18%) resta considerevole. Il tasso di consumo di suolo e le perdite della rete idrica si attestano su valori in linea con la media italiana.
